Dopo l’addio del popolare servizio di auto e motorini elettrici a noleggio “GoTo” e quello ancora più recente di “Netbike”, la compagnia che per prima aveva portato sull’arcipelago il sistema di “bike sharing” pubblico, è ora toccato anche a “Cool” salutare l’arcipelago maltese.
L’azienda, pioniera del “ride sharing”, dal 2019 offriva un servizio progettato per trasportare in un’unica corsa più passeggeri diretti verso destinazioni simili, offrendo ai propri clienti un’alternativa economica vantaggiosa, rispettosa dell’ambiente ed in grado di ridurre l’impatto sul traffico grazie, appunto, alla condivisione tra più utenti dello stesso veicolo che, di media trasportava fino a 4 passeggeri alla volta, 8 nel caso di furgoni, secondo i dati diffusi dalla compagnia.
«Simili modelli di ride sharing si sono dimostrati efficaci in oltre 35 Paesi, dove la politica dei trasporti del governo incentiva l’uso di tali servizi» scrive Cool nel comunicato stampa diffuso giovedì 13 gennaio, aggiungendo che «Senza tale politica, è diventato chiaro che i servizi di mobilità da noi forniti non saranno una soluzione fattibile in futuro».
«Secondo l’ultima indagine sui trasporti nazionali, quasi il 90% di tutti i viaggi a Malta avviene per mezzo di veicoli a occupazione singola come auto private e taxi e quindi è necessario un trasferimento modale nei trasporti con una politica dei trasporti che promuova soluzioni di riduzione del traffico» ha suggerito l’azienda, ringraziando poi i suoi clienti, dipendenti ed autisti per la fedeltà ed il loro servizio.
Cool ha fatto inoltre sapere che rimborserà tutti i suoi abbonati entro venerdì 27 gennaio e si assicurerà che gli autisti vengano pagati per intero. Nel frattempo, Debono Group, proprietario del marchio Cool, ha dichiarato che «si impegnerà a rimanere parte attiva nel settore della mobilità, sforzandosi di fornire soluzioni innovative con diverse parti interessate, sia private che pubbliche, per cercare nuove opportunità nello spazio della mobilità».
I politici maltesi rimangano saldamente ancorati al secolo scorso ed imperterriti continuano a riempire l’isola di cemento ed asfalto. Dappertutto cavalcavia, ponti, rotonde, strade a scorrimento rapido. Certo, ci sono gli “interessi inconfessabili”,ed il denaro corre a fiumi. Ma nemmenoo questo basta a spiegare il fenomeno. Dobbiamo prendere atto che ci troviamo davanti ad una forma calcificata di arretratezza mentale: sono persone sclerotizzate su una visione del mondo che non c’è più. Sono dei fossili culturali.