Sono oltre 40.000 i lavoratori stranieri nel settore privato, quasi il 30% della forza lavoro complessiva.
Secondo la presidente dell’associazione degli imprenditori maltesi, Malta Employers’ Association, questo numero non è ancora sufficiente per far fronte alla crescita economica e alle richieste di manodopera. Dolores Sammut Bonnici ha definito scarsa la forza lavoro, affermando che la situazione è stata aggravata da un massiccio “reclutamento ingiustificato” nel settore pubblico nel corso del 2017, che ha portato molti lavoratori maltesi a scappare dal settore privato per “rifugiarsi” nel pubblico.
La ricerca di nuova manodopera resterebbe dunque un elemento di assoluta emergenza in diversi settori economici: si parla di 12.500 nuovi posti di lavoro da coprire per il 2018, 2.000 dei quali, secondo le stime, resteranno inevasi.
Secondo gli imprenditori va incentivato l’arrivo e il reclutamento di lavoratori stranieri, mentre sarebbe da contrastare l’inflazione salariale, ossia l’aumento degli stipendi, non dovuto dalla produttività o dalle performance di chi lavora, ma dalla sola scarsità di manodopera.
Un altro problema è la crescente tendenza degli stessi lavoratori stranieri, in tutti i settori economici, a lasciare Malta dopo pochi mesi a causa in particolare di un costo della vita elevato e degli affitti che hanno raggiunto livelli spesso insostenibili.