La Commissione Europea ha scritto al Governo maltese una lettera chiedendo spiegazioni sulla mancata messa in opera della quarta direttiva anti riciclaggio, tesa a rendere più difficili le operazioni per organizzazioni criminali e terroristiche. La scadenza per il recepimento della direttiva era lo scorso 26 giugno.
Un portavoce della Commissione Europea ha sottolineato che Malta è solo uno dei quattordici stati membri della UE a non aver ancora recepito le direttive. Ad oggi gli unici membri ad aver siglato procedure anti riciclaggio in linea con i nuovi parametri UE sono Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna, Slovenia, Svezia, Austria, Belgio, Repubblica Ceca e Croazia. La Commissione Europea ha concesso due mesi agli Stati per produrre osservazioni in merito o per implementare le direttive.
Cosa prevede la quarta direttiva
La quarta direttiva della Commissione Europea in materia di anti riciclaggio mira a rendere più evidenti le composizioni societarie e i proprietari ultimi delle compagnie, rendendo al contempo — come richiesto dall’Europol e dalle agenzie fiscali — più difficile la creazione di complesse strutture aziendali a scopo di elusione e riciclaggio. La direttiva rende più semplice monitorare i passaggi di denaro tra le frontiere degli Stati membri e chiama in causa anche banche, avvocati e contabili.
La direttiva amplia la definizione di «soggetto a rischio politico», intendendo con questa definizione possibili terroristi o fiancheggiatori del terrorismo. Con le nuove procedure possono essere soggetti a controlli anche i famigliari del soggetto e i partner in affari.
Il 30 giugno scorso il neo ministro delle Finanze Edward Scicluna aveva riferito alla stampa locale che la direttiva sarebbe stata discussa in Parlamento prima della pausa estiva. Ma questo non è avvenuto. Raggiunto nei giorni scorsi Scicluna ha commentato che la Commissione Europea è stata informata del ritardo.
Nel caso in cui uno Stato membro mancasse completamente di aderire a una direttiva della Commissione, quest’ultima può portare lo Stato di fronte al Tribunale europeo.