Non solo licenziamenti, ma anche dimissioni volontarie, hanno coinvolto nell’ultimo periodo Betsson.
La grande azienda svedese di gaming online non ha fatto alcun annuncio ufficiale, ma ha dovuto fa fronte alle dimissioni di alcuni manager e direttori, anche se a detta loro il numero di tali abbandoni è stato poco rilevante.
L’estate scorsa si era dimesso il presidente ed amministratore delegato Ulrik Bengtsson, e successivamente furono annunciati ben 130 licenziamenti.
La notizia fece scalpore anche per la gestione da parte dell’azienda nei confronti dei dipendenti licenziati: la situazione venne definita “tossica”, con dipendenti letteralmente messi alla porta da un giorno all’altro senza troppi convenevoli.
Le motivazione di questo sfoltimento dell’organico aziendale è stato attribuito a vari fattori quale il margine di profitto della società sceso dal 26,8% nel 2014 al 17,9% lo scorso anno, le troppe acquisizioni che avevano fatto lievitare troppo gli organici aziendali ed anche a dei cambiamenti normativi in Svezia e nei Paesi Bassi.
Il portavoce dell’azienda ha confermato che l’organico a Malta a causa della ristrutturazione aziendale è sceso a 964 unità al 31 marzo 2018 rispetto ai 1.018 dipendenti dell’anno precedente, e che l’obiettivo sarebbe quello di riportare la Betsson in pista grazie ad una azienda più snella ed efficiente.