I produttori di Gbejna sembrano lamentare difficoltà; sfamare le pecore è una spesa ormai difficile da sostenere. Queste ultime settimane hanno infatti visto i pastori mandare al macello un numero elevatissimo di ovini, rispetto agli standard, al fine di riuscire a contenere le spese.
Questa assurda condizione è uno degli effetti collaterali della guerra in Ucraina. Come purtroppo previsto dagli analisti, le aziende agricole stanno subendo un fortissimo contraccolpo.
Più in generale, per quanto riguarda il settore, un aumento del prezzo del gas ha fatto salire vertiginosamente prezzo e disponibilità dei fertilizzanti, rendendo l’intera produzione problematica nei mesi a venire.
Gli allevatori stanno invece affrontando uno spaventoso aumento dei prezzi dei mangimi, già denunciato da macellai ed importatori di carne locali a causa della condizione sul mercato dei cereali, di cui Ucraina e Russia sono tra i più grandi esportatori al mondo.
I produttori di Gbejna, il tipico formaggio maltese, sono stati tra i primi a manifestare le proprie difficoltà parlando ai microfoni di Times Of Malta e chiedendo aiuto al governo.
Publius Falzon, a nome della Xirka Produtturi Nagħaġ u Mogħoż, ha affermato che i pastori hanno dovuto ridurre le dimensioni del proprio gregge; portare al macello gli animali sarebbe stato più conveniente che sfamarli.
Proprio su questo aspetto Falzon ha dichiarato al giornale maltese: «Solitamente circa 20 pecore vengano inviate ogni settimana al macello pubblico. Quando arrivano a 50 allora è segno che sta succedendo qualcosa di insolito. Nelle ultime settimane, abbiamo visto questo numero salire a 100 e ora anche a 150. I pastori sono sottoposti a troppe pressioni finanziarie».
Falzon ha poi dichiarato di aver avuto, martedì, colloqui con il Ministero dell’agricoltura, alla ricerca di soluzioni attuabili: «Non c’è molto che possano fare a questo punto, oltre all’assistenza limitata che il governo ha già annunciato», facendo riferimento all’annuncio fatto dal governo, nelle scorse settimane, riguardo le misure necessarie a mantenere sotto controllo il prezzo del grano.
Fornire liquidità e potenziare le capacità di stoccaggio, per evitare che si esauriscano le scorte, lasciando di conseguenza domanda e offerta in balia degli eventi: questa la strategia governativa pensata per non sottoporre i consumatori a aumenti eccessivi, ed improvvisi, sui beni di prima necessità.
I produttori di Gbejna non sono soli in queste difficoltà. Sempre secondo quanto riferito da Times of Malta, Robert Cauchi, amministratore delegato della Cooperativa dei produttori di latte, ha affermato di aver intavolato un dialogo con le istituzioni proprio sul prezzo dei cereali e dei mangimi; intenzione espressa anche dagli allevatori di conigli e pollame, in cerca di sostegno e vie d’uscita.