Il potenziale attrattivo di Malta come destinazione per gli investimenti ha subito una frenata, con la perdita di posizioni nella classifica degli stati che garantiscono maggiore stabilità e trasparenza, e una valutazione complessiva scesa di nove punti percentuali.
L’indagine annuale di Ernst & Young, che analizza le condizioni dell’isola e prevede le tendenze future, ha visto l’attrattiva del contesto politico, legale e normativo maltese passare dall’85% del 2015 al 70% del 2016, e solo al 58% nel 2017, con una discesa dal terzo al settimo posto in un anno.
L’indagine è stata condotta tra gli investitori diretti esteri di una vasta gamma di settori, tra marzo e maggio di quest’anno. Sono state interpellate 147 aziende, che rappresentano in totale una forza lavoro di 16.000 persone e un fatturato di 2 miliardi di euro.
Alla domanda su un possibile interesse a investire nell’isola da qui ai prossimi tre anni, il 54% ha risposto in maniera affermativa, rispetto al 58% di un anno fa.
La maggiore lacuna individuata sembra essere la scarsità di personale qualificato: per tre quarti degli intervistati il Governo dovrebbe investire di più nell’istruzione e nella formazione professionale, per consegnare all’economia le competenze necessarie alle imprese che investono. Solo il 18% ha dichiarato di non usufruire di personale specializzato, mentre il 38% degli intervistati non riesce a trovare nel posto le risorse adeguate alle proprie necessità.
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Un investimento maggiore, secondo gli intervistati, servirebbe anche per il sostegno alle industrie high-tech (64%) e nei grandi progetti infrastrutturali e urbani (63%).
Solo la metà degli intervistati ritiene invece che l’attuale quadro normativo e legislativo a Malta abbia dato loro un vantaggio, mentre un terzo ha dichiarato di non aver avuto alcun beneficio.