Un’analisi dei principi su cui si basa la vendita dei “passaporti dorati” ha stabilito che Malta può potenzialmente favorire l’accesso in Europa di riciclatori di denaro ed evasori fiscali extracomunitari.
Nello specifico, si ritiene che il paese giochi un ruolo di “alto rischio” nel consentire alle persone di eludere gli standard di verifica e controllo dei capitali a livello globale. Per questo martedì scorso Vera Jourova, Commissario Europeo per la giustizia, ha deciso di inserire Malta nella black list fiscale dell’Unione. La “tegola” è caduta sulla testa del Governo maltese lo scorso martedì 16 ottobre, e le reazioni non si sono fatte attendere.
L’Organizzazione per lo Sviluppo e la Cooperazione Economica (OSCE) ha messo nel mirino Malta in seguito al suo schema di cittadinanza per investimento, indicando come questo potrebbe consentire alle persone di nascondere le proprie risorse finanziarie.
“Le persone possono nascondere i propri capitali, evadendo i report sulle entrate in linea con gli standard comuni“, è quanto scritto nel rapporto dell’OSCE.
In particolar modo, la documentazione ottenuta attraverso lo schema dei passaporti dorati può essere utilizzata in modo elusivo per rappresentare in maniera non veritiera la giurisdizione di residenza fiscale di un individuo, l’analisi ha sentenziato.
Le istituzioni finanziarie di Malta sono tenute a tenere conto dell’esito della relazione quando adempiono agli obblighi di verifica, ha affermato l’OSCE.
La maggior parte delle persone che cercano di eludere gli standard di resoconto comune vorranno evitare le imposte sul reddito delle proprie attività finanziarie offshore.
Contemporaneamente, le stesse non sarebbero disposte a modificare radicalmente il proprio stile di vita, lasciando la loro originale giurisdizione di residenza.
La risposta maltese non è stata tardiva; Julia Farrugia Portelli, Segretaria Parlamentare responsabile di Identity Malta ne è stata la portavoce, così commentando:
“Malta non dovrebbe essere nella lista dell’OSCE in quanto la decisione è basata su imprecisioni già indicate dal Governo. Malta adopera un sistema trasparente ed automatico di scambio d’informazioni in ambito tassativo come richiesto. Richiediamo spiegazione per la decisione presa”.
La settimana scorsa lo schema di vendita passaporti è stato criticato duramente da un rapporto internazionale, che ha insistito affinché l’isola affronti adeguatamente i rischi di riciclaggio di denaro del programma.
Il rapporto ha avvertito che nonostante un processo di verifica a quattro livelli a Malta, i funzionari governativi godono di ampia discrezionalità in materia di ammissibilità.
I richiedenti cittadinanza con precedenti penali o soggetti a indagini penali in corso, possono essere considerati a causa di “circostanze speciali“.
Il governo ha risposto al rapporto, affermando che alcune osservazioni di tale studio “non sono accurate o adeguatamente riportate” e che “il numero di candidati approvati dallo schema IIP è solo una piccola parte del milione di individui che acquisiscono la cittadinanza negli stati membri dell’UE”.
Il ministro delle Finanze Scicluna ha anch’egli reagito veementemente a tale rapporto, affermando che l’inserimento del programma Maltese all’interno del rapporto potrebbe essere “solo il risultato di un malinteso“, augurando la redazione spedita di un’analisi appropriata in tal merito.