Un tempestoso blitz dei Carabinieri del Norm di Soverato ha permesso di assicurare alla giustizia un’organizzazione criminale che aveva proteso le proprie losche trame nei territori catanzaresi di Soverato, Petrizzi e Montepaone, con un giro d’affari che prevedeva canali di approvvigionamento distesi tra Caulonia, Siderno, nel sud di Catanzaro e, soprattutto, a Malta.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, al vertice dell’associazione a delinquere vi era Antonio Scarfò, nel ruolo di dirigente e finanziatore, il quale intratteneva rapporti con la criminalità organizzata di Siderno e Caulonia occupandosi della distribuzione delle partite di droga ai pusher del catanzarese, dettando tempi, quantità e prezzi delle sostanze vendute nelle piazze.
Proprio il lavoro delle Forze dell’ordine ha permesso alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro di contestare a 13 indagati reati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e detenzione di sostanze come cocaina, hashish e marijuana, spingendo l’Arma ad emettere, su disposizione del gip Sara Merlini, provvedimenti di custodia cautelare per Claudio Castanò, Antonio Costantino e Antonio Scarfò, disponendo inoltre arresti domiciliari per 7 membri della banda e l’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria per altri tre.
Le attenzioni della polizia verso la cosca calabrese risalgono al 24 novembre 2020 quando, a seguito di una perquisizione a casa di Costantino e con il rinvenimento di residui di marijuana e un appunto manoscritto contenente la contabilità del traffico di sostanze stupefacenti, gli inquirenti avevano avuto modo di mettere mano su lista di nomi, molti dei quali già noti per precedenti in materia di droga, portando alla luce la rete malavitosa.
Un ulteriore colpo all’organizzazione è stato inferto dalle Forze dell’ordine maltesi che, nel maggio 2021, a St. Paul’s Bay, arrestarono proprio il braccio destro di Scarfò, Claudio Castanò, insieme al maltese Walter Baldacchino, come riportato dalla testimonianza di una fonte dell’Arma soveratese ai microfoni del Corriere di Malta e che, per ragioni legislative e per il principio di presunzione di innocenza, manteniamo anonima:
«Le indagini hanno subito una svolta nel maggio 2021 quando Castanò è stato arrestato a Malta per possesso di 5kg di cocaina e una somma di denaro in contanti pari a 200mila euro»
Proprio Castanò, che di recente ha chiesto di essere processato in Italia e non sull’arcipelago, sarebbe stato sostituito nelle sue attività dal sopracitato Costantino, il quale avrebbe anche provveduto alle strategie logistiche ed al sostegno economico dei “colleghi” detenuti, provvedendo alla distribuzione di sim della compagnia telefonica Lycamobile utilizzate per comunicare con linguaggio criptico ed intestate a cittadini extracomunitari, e fornendo automobili dotate di vano con doppio fondo per aiutare i membri del sodalizio nello spaccio delle sostanze stupefacenti.
Sempre nel maggio 2021 uno degli indagati, Riccardo Mercurio, che dopo l’arresto di Castanò si sarebbe recato personalmente a Pozzallo per recuperarne l’auto dotata di doppio vano, avrebbe addirittura coinvolto la propria madre che si sarebbe diretta a Malta per finalizzare l’acquisto all’ingrosso di un ennesimo carico di cocaina.
Una volta assicurato il suo braccio destro nelle mani della giustizia, Scarfò avrebbe raggiunto proprio Costantino e Mercurio per riattivare il circuito di spaccio in modo da renderlo più proficuo, anche al fine del mantenimento in carcere di Castanò e del pagamento delle spese processuali, ma i suoi obiettivi sono stati presto spazzati via proprio dalle indagini dei carabinieri di Soverato e della Dda di Catanzaro.
In attesa delle sentenze dei tribunali, rimane evidente come siano stati premiati gli sforzi pluriennali degli acquirenti per rendere sicure le piazze del capoluogo calabrese e, allo stesso tempo, come Malta sia sempre più al centro degli interessi di diverse organizzazioni malavitose.