Dal Quirinale a Palazzo Chigi, fino al bagno di folla per le strade di Roma: la festa per la nazionale campione d’Europa del calcio diventa celebrazione dell’orgoglio azzurro.
E di riflesso dell’orgoglio italiano, perché poche selezioni hanno costruito un feeling con la gente come quella guidata da Roberto Mancini, senza stelle ma unita in un gruppo granitico, metafora calzante a un Paese che dopo mesi di sofferenze e restrizioni per il Covid ha bisogno di esempi e spinte, e da sempre si unisce per il pallone.
Il pomeriggio di ieri comincia con la squadra ricevuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Questo non è giorno di discorsi ma di applausi e ringraziamenti. Complimenti! Ieri sera avete meritato di vincere ben al di là dei rigori perché avete avuto due pesanti handicap: giocare in casa degli avversari in uno stadio come Wembley e il gol a freddo che avrebbe messo in ginocchio chiunque. Siete stati accompagnati e circondati dall’affetto degli italiani e li avete ricambiati rendendo onore allo sport. Così come ha fatto Matteo Berrettini. Arrivare alla finale di Wimbledon ma la rimonta del primo set equivale a una vittoria». Lo ha detto Mattarella nella cerimonia al Quirinale con la squadra azzurra e Berrettini.
«Quella seconda parata dell’ultimo rigore ha reso felici milioni di persone. Non soltanto in Italia. Complimenti e grazie. Non voglio aggiungere altro», ha detto Mattarella riferendosi al grande consenso che la squadra italiana si è guadagnata anche al di fuori dell’Italia.
«Vorremmo dedicare questa vittoria a Davide Astori, che ho conosciuto e che avremmo voluto qui con noi oggi». Lo ha detto Giorgio Chiellini, capitano della nazionale campione d’Europa, durante l’incontro con il presidente della Repubblica.
Lasciato il Quirinale, è stata poi la volta di Palazzo Chigi. Il premier Mario Draghi ha accolto davanti al portone di Palazzo Chigi gli azzurri del calcio campioni d’Europa. In piazza Colonna, Draghi ha stretto la mano al capitano Chiellini, che portava il trofeo, e poi anche a Berrettini, il primo tennista italiano in finale a Wimbledon. Poi il premier e i suoi ospiti sono entrati nel cortile di Palazzo Chigi: «Un saluto collettivo e un ringraziamento profondo dal governo, e anche da tutto lo staff di Palazzo Chigi che è affacciato alle finestre e vi guarda qui da sopra. I vostri successi sono stati straordinari».
Al termine dei due incontri per la nazionale di Mancini è stato il momento del tripudio generale, in giro per la città di Roma a bordo di un bus scoperto.