La Procura di Agrigento, guidata dal reggente Salvatore Vella, ha aperto un’inchiesta sul naufragio registratosi nella notte fra sabato e domenica di Pasqua nel Mediterraneo centrale, in acque Sar maltesi.
Ventidue, fra cui 9 donne, i superstiti salvati dalla nave Nadir della Ong tedesca Resqship che ha recuperato anche i cadaveri di due uomini. Diciotto, invece, i dispersi, secondo le testimonianze dei sopravvissuti che hanno riferito di aver lasciato la Tunisia sabato mattina presto e che la loro imbarcazione si è capovolta due ore prima dell’arrivo dei soccorsi.
«Non siamo riusciti a vederli al buio, li abbiamo notati solo attraverso le loro disperate grida di aiuto» ha affermato Martin Kolek, membro dell’equipaggio della Nadir, descrivendo la situazione sul posto.
Ansa riferisce che i Pm di Agrigento hanno aperto un fascicolo, a carico di ignoti, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte quale conseguenza di altro reato. I 22 sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile che proveranno a ricostruire le dinamiche dell’accaduto.
La barca in ferro, di 7 metri, sulla quale viaggiavano i migranti partiti dalla città tunisina di Sfax è colata a picco e i 22 migranti sarebbero rimasti in acqua per almeno un paio d’ore prima di essere soccorsi dalla Ong in collaborazione con la Guardia Costiera italiana.
Come riporta l’equipaggio della Nadir, «la Guardia Costiera italiana è completamente sopraffatta a causa delle numerose persone che intraprendono la traversata nel Mar Mediterraneo verso l’Europa, in pericolo di vita, su imbarcazioni insicure» si legge nel comunicato diffuso da Resqship, attualmente impegnata nelle nuove emergenze in mare.
E proprio su questo argomento, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, di recente ha dichiarato:
«L’atteggiamento di Malta comincia a diventare urticante. Non è possibile che sistematicamente uno faccia finta di non vedere e non intervenga mai. La nostra Guardia costiera fa meritoriamente il suo lavoro. Le nostre forze dell’ordine sono sotto pressione»
Le parole fanno infatti riferimento all’unico migrante soccorso in tre mesi da Malta, a confronto con i quasi 27mila sbarcati sulle coste italiane nello stesso periodo di tempo.