Negli scorsi giorni è stata pubblicata la relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) contenente un’analisi dettagliata dei fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso che hanno coinvolto il Belpaese nel secondo semestre del 2021.
I risultati, raccolti sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione, confermano ancora una volta come Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta non agiscano più esclusivamente tramite gesti violenti ed eclatanti, ma si dirigano sempre più verso il fenomeno previsto oltre trent’anni fa dai giudici Falcone e Borsellino e descritto con il termine “colletti bianchi”, a sottintende gli interessi della malavita sempre più concentrati verso le silenti infiltrazioni economico-finanziarie fatte di relazioni e sinergie.
Il report evidenzia svariati casi che indicano i legami intrinsechi tra la malavita italiana e Malta che, proprio secondo la relazione, a causa della prossimità geografica, della possibilità di evitare controlli doganali e del suo sistema fiscale e normativo privilegiato, si presenta come un territorio fortemente appetibile per la cosiddetta “migrazione” delle varie matrici mafiose italiane verso le coordinate maltesi.
Un esempio ne è l’operazione “Crypto”, che ha profondamente evidenziato come le scommesse e il gioco d’azzardo on-line rappresentino alcuni dei settori più “attraenti” per le associazioni malavitose italiane, in particolare per l’‘ndrangheta e Cosa Nostra, invischiate a più riprese in casi di riciclaggio di denaro tramite casinò online o siti di bookmakers.
Il report raccoglie decine di indagini che hanno visto le famiglie malavitose intrufolarsi in questo settore di spicco per l’economia maltese e gestire scommesse illegali di vario genere attraverso portali web illegali che si appoggiavano ai server dell’arcipelago che, come nel caso dell’operazione “Game Over II”, guidata dalla procura di Palermo, aveva dimostrato il giro di scommesse illegali perpetuato dai clan Noce e Passo di Rigano.
In passato, anche il Direttore della DIA, generale Giuseppe Governale, si era espresso riguardo il forte interesse che questo settore esercita nei confronti dei soggetti malavitosi:
«La mafia ha una sempre avuto una grande visione, ha sempre fatto il rapporto costi-benefici: insomma, va dove cresce il PIL e dove la normativa antimafia è ridotta o meno efficace. Le indagini sul settore del gioco ci suggeriscono che c’è un collegamento tra la nostra mafia e i grandi interessi che ci sono a Malta».
Ovviamente il settore del Gaming non è l’unico ad essere nel mirino della mafia del Belpaese. Infatti, le coordinate maltesi sono anche al centro della rete di narcotraffico internazionale che collegherebbe Sicilia, Calabria e Malta con Olanda, Germania, Belgio e Spagna.
Come evidenziato dall’operazione “La Vallette” del dicembre 2021, citata a più riprese nelle pagine del report della DIA, il lavoro della Guardia di Finanza ha portato alla luce un giro internazionale di traffico di droga che ha portato alla confisca di 432 kg di sostanze stupefacenti e 17 arresti, compreso quello del cittadino maltese John Spiteri, che secondo l’ultima sentenza del tribunale emessa a fine agosto, avrebbe dovuto essere estradato in Italia per il processo a suo carico, mentre a quanto pare si trova di nuovo libero su cauzione.
In questo caso il traffico partiva dall’Albania e, una volta transitato in Puglia o in Calabria, avrebbe raggiunto Ispica per poi sbarcare definitivamente sull’arcipelago in un giro che, più precisamente, coinvolgeva il clan ‘ndranghetista dei Mazzaferro e alcuni individui provenienti dalla provincia di Ragusa, dall’Albania e da Malta stessa.
Svariate operazioni elencate dal rapporto della DIA hanno evidenziato come Malta sia, addirittura, uno dei luoghi preferiti dai soggetti in fuga per trovare rifugio vista la prossimità geografica e il sistema normativo flessibile che, come ricordato in precedenza, favorisce enormemente i traffici illeciti e riciclaggio di denaro tra le cosche dei due Paesi.
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