Sembra tutto indirizzato verso la nascita di un secondo elettrodotto che porterà energia a Malta dalla Sicilia, a maggior ragione, a seguito della visita di questi giorni dall’ambasciatore maltese Carmel Vassallo nella provincia di Ragusa, dove è stato ricevuto dal commissario straordinario del Libero Consorzio di Ragusa Salvatore Piazza e dal sindaco Peppe Cassì.
Per l’occasione si è parlato dell’ipotesi di realizzazione di un secondo elettrodotto Hvac Italia-Malta, come previsto dagli accordi stretti tra Valletta e gli enti dell’Ibleo nel 2013, con la delegazione maltese che ha illustrato la proposta di progetto finale, confermando la volontà di tenere aperti i canali di comunicazione e di concordare con gli enti del territorio tutti gli step legati allo sviluppo dell’elettrodotto.
Come vi abbiamo riportato tra le righe del precedente articolo, il cavo sottomarino gemello percorrerà la tratta Maghtab-Ragusa coprendo una distanza di 118 chilometri. Quest’ultimo sarà posizionato a distanza di sicurezza dal primo in modo da evitare eventuali complicazioni.
Nonostante in passato ci furono diverse preoccupazioni e proteste riguardo l’impatto ambientale che i lavori avrebbero comportato, il commissario Piazza ha così commentato l’importanza di questo progetto: «Alla luce dei buoni rapporti con l’isola di Malta, non vogliamo ostacolare questo secondo stralcio di un progetto così importante per la comunità maltese. La nostra intenzione è quella di risolvere i problemi, non di crearli, garantendo la sostenibilità degli interventi eventualmente previsti e prevedendo la possibilità di opere compensative che andrebbero a migliorare la qualità della vita della comunità».
L’aspetto “ecosostenibile” non è del tutto da trascurare, in particolare, nel contesto mondiale attuale che presenta l’enorme crisi dei carburanti e delle materie prime generata dalla guerra tra Russia ed Ucraina, congiuntamente, alla necessità sempre più evidente di spingere verso soluzioni rinnovabili entro il 2030.
Nel frattempo a Malta, ove negli ultimi anni si è manifestato un continuo incremento verticale della domanda di energia elettrica, la scelta di una “soluzione esterna” risulterebbe vantaggiosa in termini economici e permetterebbe all’arcipelago di direzionare le proprie risorse verso gli obiettivi “green” impartiti dall’UE, assicurandosi il rifornimento di energia proveniente dalla rete europea.
Ancor più importante in termini di impatto ambientale è la bi-direzionalità del cavo che, in caso di energia in eccesso, permetterebbe alla Terra dei Cavalieri di esportare energia in direzione della Sicilia.