Proseguono le ricerche dei responsabili degli attentati dinamitardi che hanno messo a ferro e fuoco Siracusa, armati di bombe carta da loro stesso fabbricate, danneggiando tre esercizi commerciali tra settembre 2021 e marzo 2022.
Proprio le indagini delle forze dell’ordine del capoluogo aretuseo hanno permesso negli ultimi mesi di identificare, e quindi assicurare alle misure cautelari (tra arresto e domiciliari), tre membri della soprannominata “banda delle bombe carta di Siracusa”, identificando altri sette indagati, a vario titolo, per reati di droga.
Nelle ultime settimane grazie alle intercettazioni audio-video, alle analisi di telecamere, ai tabulati telefonici ed in seguito ai sequestri, le Forze dell’Ordine sono riuscite a completare il puzzle scoprendo l’organigramma di un’associazione a delinquere tanto articolata.
Il lavoro dell’intelligence italiana avrebbe portato ai suoi frutti anche nella giornata di sabato, quando è stato identificato ed in seguito arrestato un quarto presunto membro della banda, il pregiudicato ventottenne di origini siracusane Michael Castrogiovanni, appena rientrato in Italia dopo aver trascorso diverso tempo in fuga sull’arcipelago.
Secondo la versione della Gazzetta Siracusana e di BlogSicilia, le ricostruzioni degli acquirenti escludono che gli atti terroristici fossero inerenti ad un racket delle estorsioni suggerendo come movente, pertanto, la volontà della banda di intimidire gli esercenti con “dimostrazioni di forza” finalizzate a sostenere le mire espansionistiche nel mercato dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Infatti, sempre secondo la testata siciliana, gli atti dinamitardi sarebbero riconducibili a ritorsioni per presunti debiti di droga non saldati con il presunto mandante, Jonathan Destasio, ritenuto il numero uno di una fiorente piazza di spaccio locale, che avrebbe incaricato l’esecutore, Gianluca De Simone, di posizionare nei pressi degli ingressi delle attività degli ordigni esplosivi che, a seguito degli accertamenti tecnici dei Ris di Messina, sarebbero risultati “potenzialmente micidiali” nonostante i danni si siano fortunatamente limitati alle strutture e alle vetture parcheggiate nelle circostanze.
Proprio il luogo ove i membri della banda detenevano il dominio indiscusso della vendita di sostanze stupefacenti sarebbe stato a più riprese scandagliato dai continui interventi di pattuglie che, seppur denunciando gli spacciatori, identificando gli acquirenti e procedendo al sequestro di ingenti quantità di droga e denaro contante, non riuscivano a fermare il gruppetto di criminali che cercava nuovi modi di legittimare il proprio “territorio”.
La pericolosità della banda si è manifestata pochi mesi fa con il sequestro di persona che ha portato al rapimento, alle percosse e alle minacce con un’arma da fuoco di un presunto debitore messo alle strette per costringerlo all’immediato pagamento tramite denaro contante oppure ripagando il proprio debito lavorando per la banda.
Per quanto riguarda l’esplosione degli ordigni, le Forze dell’Ordine confermano come le indagini riguarderebbero solamente i sopracitati Jonathan Destasio e Gianluca De Simone e, sempre secondo gli inquirenti, la restante parte della banda composta da Kevin Perez, Castrogiovanni e Damiano Lo Giudice sarebbe indagata “solamente” per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.