La Guerra tra Russia e Ucraina continua a tenere il mondo con il fiato sospeso, con le ultime settimane che hanno visto la città meridionale di Mariupol diventare l’epicentro di un conflitto che continua a colpire indistintamente miliziani e civili.
Nella giornata di mercoledì, infatti, proprio la città ucraina è stata scossa dall’ennesimo bombardamento che ha visto come incolpevole bersaglio l’ospedale pediatrico di Mariupol, con le immagini che ritraggono donne incinta in fuga e le macerie dell’edificio irreversibilmente distrutto. Il bilancio dell’attacco russo è di 3 morti, di cui 1 bambino, 17 feriti e diversi civili ancora dispersi sotto le macerie dell’ospedale.
Non si è fatta attendere la denuncia del presidente ucraino, Volodymyr Zelenskyy, che ha definito l’attacco un “crimine di guerra”, condividendo un video sul proprio profilo Twitter che mostra le macerie dell’ospedale civile mentre si fa forte l’appello all’UE di intervenire con una no-fly zone sui cieli ucraini.
Mariupol. Direct strike of Russian troops at the maternity hospital. People, children are under the wreckage. Atrocity! How much longer will the world be an accomplice ignoring terror? Close the sky right now! Stop the killings! You have power but you seem to be losing humanity. pic.twitter.com/FoaNdbKH5k
— Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) March 9, 2022
In un primo momento è arrivata anche la versione distaccata di Mosca che, per mezzo del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, si è dichiarata “estranea su ciò che è accaduto”, trovando poi un sostanziale dietrofront nelle parole del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che da Antalaya (Turchia) avrebbe giustificato l’operazione spiegando come: «L’ospedale pediatrico di Mariupol non ospitava pazienti pediatrici ma veniva usato come base del battaglione Azov. L’ONU ne era a conoscenza».
In seguito, proprio Lavrev avrebbe commentato l’indignazione delle Nazioni Unite all’attacco dell’ospedale pediatrico prendendo di mira i media occidentali: «stanno presentando solo il punto di vista ucraino – aggiungendo, in seguito – non è la prima volta che assistiamo a pianti patetici su quelle che vengono definite le ‘atrocità’ dei soldati russi».
Mentre la versione del ministro degli Esteri russo non sembra corrispondere alla realtà, da mercoledì continuano a sommarsi le immagini che ritraggono le macerie, l’impatto dei missili con il terreno ed i pazienti civili evacuati di corsa dall’ospedale. Anche l’appello delle scorse ore di Save The Children è allarmante e parla di circa 6,5 milioni di bambini ucraini che rischiano ogni istante la propria vita.
Diventa quasi stucchevole osservare le chiose dei delegati russi su una guerra che, a parer loro, sembra ingigantita dai media occidentali e non corrisponderebbe alla realtà dei fatti.
L’attacco all’ospedale pediatrico non sarebbe però l’unico delle ultime ore, infatti, nonostante Russia e Ucraina abbiano concordato il cessate il fuoco a Mariupol e nelle cittadine limitrofe dalle 08:00 fino alle 15:00 di giovedì per permettere ai corridoi umanitari di essere percorsi, il sindaco della città ucraina ha denunciato come «i bombardamenti a Mariupol e dintorni sono incessanti e non hanno permesso lo sfruttamento dei “corridoi verdi” per far evacuare i civili».
Ospedale di Mariupol: le fake news circolate dalla Russia
Alle frasi di discolpa precedente accennate da più fonti provenienti dalla Russia, nelle ultime ore numerosi media e funzionari della Federazione si sono affrettati a fornire ulteriori giustificazioni all’attacco, incappando però, in alcune fake news facilmente analizzate e debunkate da diverse ore, se non giorni.
Come nel caso del tweet pubblicato dal profilo dell’ambasciata russa nel Regno Unito che, nel corso delle scorse ore, ha iniziato a mettere in dubbio la veridicità della foto simbolo del bombardamento dell’Ospedale di Mariupol, ovvero l’immagine ritraente una donna incinta messa in fuga dalle macerie.
In particolare il tweet dell’ambasciata, a seguito rimosso per la legge contro le fake news del popolare social “cinguettante”, avrebbe insinuato che la ragazza ritratta non sarebbe una vittima, ma l’influencer ucraina Marianna Podgurskaya, ingaggiata per smuovere l’opinione popolare contro le operazioni militari russe e la “liberazione dell’ospedale dalle truppe ucraine”. La verità è che la donna ritratta sarebbe effettivamente Podgurskaya, il cui profilo instagram è silente da almeno 24 ore, e che sarebbe inconfutabilmente in dolce attesa e in procinto di partorire presso quella struttura, al contrario delle insinuazioni del tweet.
Una volta attestata la fake news in cui sarebbe incappata, l’ambasciata russa è accorsa rimuovere la comunicazione, ora disponibile unicamente grazie agli screenshot di coloro che lo avevano visto e salvato.
Ma non è tutto, infatti, come si evince dal tweet, l’autore delle fotografie sarebbe Evgeniy Maloletka, citato proprio dall’ambasciata come un “fotografo propagandistico”. Tale affermazione non riserverebbe alcun crisma di verità in quanto il reporter ucraino è tra gli interpreti di punta dell’Associated Press, una delle più autorevoli agenzie di stampa al mondo. Maloletka è un fotografo freelance, pluripremiato, che da anni collabora con testate del calibro di NBC, BBC e molti altri media internazionali.
Infine, l’ultima fake news nella quale sarebbe inciampata l’ambasciata russa asseriva come le prime foto del bombardamento sarebbero state scattate proprio da Maloletka, senza fornire alcuna prova a riguardo. Ma anche in questo caso è stata proposta una versione distorta della vicenda, come dimostrano foto e video pubblicati in prima persona dalla polizia ucraina mentre i soccorritori estraevano i civili dalle macerie.
Nel marasma di giustificazioni delle ultime ore è molto semplice incappare in bufale non verificate e, come anche in questo caso, nel giro di poche ore pure il dicastero del Ministero della Difesa Russo si sarebbe trovato ad affermare come l’attacco all’ospedale denunciato dall’Ucraina, fosse “una messinscena provocatoria” pubblicando un video circolante degli ultimi giorni, asserendo che si trattasse di miliziani ucraini presenti sul tetto dell’ospedale, arrivando ad identificarli negli uomini del Battaglione d’Azvov. Anche in questo caso, però, la versione ufficiale russa è incappata in un video-bufala circolante negli ultimi giorni che riprendeva una struttura ospedaliera localizzata a chilometri di distanza dall’ospedale bombardato.
Sono senz’altro ore frenetiche che non favoriscono l’emergere di una comunicazione pulita e scevra dal margine d’errore ma rimane comunque significante l’approccio, a tratti frettoloso, delle istituzioni russe accorse a riportare fonti che potessero negare quanto avvenuto nell’ospedale di Mariupol, inciampando inavvertitamente però, in un fenomeno apolitico e senza confini come quello delle fake news.