Da lunedì cerchiamo di fornirvi un aggiornamento quanto più costante sulla situazione legata al terremoto che, nella nottata tra il 5 ed il 6 febbraio 2023, ha stravolto la vita di migliaia di cittadini turchi e siriani.
In questo momento le fonti ufficiali dei due Stati mediorientali parlano di 11.700 morti, con l’Oms che avvisa come la conta possa andare drammaticamente incontro ad un’impennata nelle prossime ore, fino a toccare le 20.000 vittime. Questo cataclisma, sempre secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avrebbe coinvolto circa 23 milioni di persone, di cui 1,4 milioni di bambini.
Nel frattempo, la macchina della solidarietà proveniente da tutto il mondo ha iniziato ad alimentare le speranze dei sopravvissuti, come dimostrato dall’incredibile storia della neonata salvata dalle macerie mentre si trovava ancora legata al cordone ombelicale della madre deceduta negli istanti precedenti insieme al resto della famiglia.
Fin da subito Malta non ha mancato di fornire il proprio sostegno alle popolazioni colpite attraverso i 32 volontari della Protezione Civile accorsi sul posto con un cane anti-macerie, attivando anche una rete solidale sul territorio impegnata a raccogliere beni di prima necessità per i cittadini che volessero dare una mano alle popolazioni colpite dal sisma.
Un appello già lanciato, sempre ieri, anche dall’Ambasciata turca di stanza a Malta, a sua volta impegnata nella raccolta degli aiuti umanitari offerti dai cittadini dell’arcipelago alla quale, nelle ultime ore, si sono aggiunte anche numerose Ong, attività e privati, tutti mobilitati per fornire un reale sostegno alle popolazioni coinvolte nel sisma, come nel caso dei Salesiani di don Bosco e di Caritas Malta che hanno realizzato raccolte fondi destinate a far eco alla promessa del Ministro degli Esteri Ian Borg di assistenza finanziaria da parte dell’arcipelago.
Nel frattempo anche l’agenzia di soccorso internazionale dell’Ordine di Malta, Malteser International, si è unita alle operazioni di soccorso inviando una squadra nel sud della Turchia a Gaziantep, vicino all’epicentro del terremoto, stanziando inoltre 400.000 euro come primo intervento e coordinando le azioni con le organizzazioni di soccorso locali.
In alcune zone della Turchia, in particolare a Iskenderun, una delle città maggiormente coinvolte nel terremoto di magnitudo 7.9 della notte del 6 febbraio, le ricerche dei soccorritori proseguono frenetiche, trovandosi a fare i conti con la maxi-ondata di gelo che dal 29 gennaio colpisce la regione, afflitta in queste ore da nevicate e da freddo intenso.
Proprio la squadra dispiegata dalla Protezione Civile da diverse ore starebbe lottando contro il tempo, e contro le temperature che di notte arrivano a toccare i -6°, per salvare gli eventuali sopravvissuti di un Hotel di Malatya, cittadina nella regione turca dell’Anatolia orientale, con il colloquio e il conseguente ringraziamento del ministro degli Interni Byron Camilleri ripreso dal video sottostante.
Nelle scorse ore il Presidente turco Erdogan ha fatto sapere in conferenza stampa come lo Stato della mezzaluna abbia già predisposto misure straordinarie per sostenere i cittadini colpiti:
«Abbiamo mobilitato tutti i nostri mezzi per realizzare entro un anno numerosi alloggi nelle province colpite. Al momento, abbiamo previsto di consegnare 10mila lire turche (500 euro circa) a ciascuna famiglia. Nessun cittadino rimarrà senza casa»
Mentre la compagnia di bandiera Turkish Airlines ha annunciato l’evacuazione di circa 30mila persone residenti nelle aree maggiormente colpite, non sembrano migliori le notizie provenienti dalla Siria che parlano di più di 298.000 sfollati, nonostante il numero potrebbe essere drasticamente superiore vista la difficile situazione nella parte nordoccidentale del Paese che non permette di raccogliere dati accurati. Nel frattempo, però, prove di disgelo dopo 12 anni fra Siria e Libano che, nelle prossime ore, invierà una delegazione alla volta dello Stato siriano per valutare ulteriori aiuti a seguito dell’invio avvenuto nelle scorse ore di squadre specializzate.
Dal fronte italiano, però, attualmente non si hanno ancora notizie dell’imprenditore veneto Angelo Zen, cercato insistentemente dalla Farnesina nelle scorse ore e che, secondo quanto riferito dal Messaggero, si trovava al Sahra Hotel di Kahramanmaraş, ora ridotto in un cumulo di macerie.
Nel frattempo si temono ancora gli effetti di questo fenomeno di grande intensità che, secondo gli esperti, non ha ancora liberato tutta l’energia accumulata in un’area del Mediterraneo classificata ad alto rischio e scatenata dall’incrocio delle quattro placche Anatolica, Arabica, Euroasiatica e Africana, ravvivando i timori di un’epidemia sismica, non è mai stata così viva.