Alla COP28 di Dubai è stato raggiunto un accordo cruciale, segnando per la prima volta un consenso globale sulla necessità di abbandonare le fonti fossili, avviando una fase di transizione al fine di raggiungere le zero emissioni entro il 2050.
Presente anche il ministro dell’Energia maltese, Miriam Dalli, che ha sottolineato come questa intesa rappresenti un riconoscimento storico affinchè nel mondo si ponga fine alla dipendenza dalle fonti fossili, seppur questa potrebbe non essere la soluzione definitiva ai cambiamenti climatici.
«Dall’inizio è emerso che non è facile per tutti i Paesi, con le loro diverse realtà, concordare sulla rimozione delle fonti fossili» ha affermato Dalli nel comunicato diffuso dal Ministero, «Ci sono nazioni ancora in via di sviluppo e altri che utilizzano fonti energetiche completamente diverse. Ma fin dall’inizio, Malta, insieme agli altri Paesi dell’Unione Europea e persino gli Stati più piccoli, ha sempre insistito sul fatto che non potevamo superare un aumento di 1,5 gradi Celsius nelle temperature».
«Ci sono ancora molte cose che devono essere affrontate (..) ma il fatto che i Paesi concordino sullo stop al fossile significa che ognuno deve iniziare ad attuare i cambiamenti necessari in breve tempo» ha aggiunto Dalli.
Oltre alla transizione dalle fonti fossili, alla conferenza sul clima dell’ONU si è registrato un altro accordo, quello per raddoppiare gli aiuti verso i Paesi meno sviluppati affinchè possano adattarsi ai cambiamenti climatici. Dalli, che si è occupata di negoziare questo aspetto per conto dell’Unione Europea insieme al ministro austriaco Leonore Gewessler, ha sottolineato che «Questo impegno dimostra la presenza di consapevolezza sul fatto che i Paesi più vulnerabili non possano essere lasciati soli. Anche se questa somma dovrà certamente aumentare in futuro, il segnale inviato è forte, e dobbiamo continuare a costruirvi sopra».
Nel comunicato, il Ministero dell’Energia ha specificato che l’accordo raggiunto alla COP28 rappresenta una «pietra miliare poiché stabilisce per la prima volta un obiettivo globale per l’adattamento climatico». Tra le disposizioni discusse, anche un programma biennale per valutare i progressi in aree cruciali come la scarsità d’acqua, la produzione alimentare, la salute, gli ecosistemi e la biodiversità, l’infrastruttura, la povertà e la cultura.
Il Primo Ministro Robert Abela, presente all’apertura della conferenza, ha sostenuto la posizione di Malta a favore dell’accordo raggiunto. Per la prima volta, lo Stato insulare ha partecipato attivamente ai negoziati per conto dell’Unione Europea, rappresentato dal ministro Miriam Dalli, con il supporto del team tecnico maltese e dell’Ambasciatore per i Cambiamenti Climatici, il professore Simone Borg.