Continuano le tensioni in medio oriente mentre, nella serata di ieri, si è registrato un attacco aereo contro l’Accademia militare di Homs, nel cuore della Siria, proprio durante la cerimonia di chiusura ufficiale dell’addestramento e consegna dei diplomi ai cadetti dell’esercito governativo siriano.
Attualmente il bilancio redatto dalle fonti locali parla di più di 130 vittime mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani riporta 125 feriti tra ufficiali neodiplomati e civili rimasti feriti nell’attacco, alcuni dei quali in gravi condizioni.
Attraverso una nota il governo di Damasco ha attribuito ad organizzazioni terroristiche non meglio identificate il raid avvenuto con droni carichi di esplosivo subito dopo la fine dell’evento, mentre il comando delle forze armate ha parlato di un’incursione «codarda e senza precedenti» promettendo di rispondere con fermezza.
Finora non sono arrivate rivendicazioni ufficiali della strage di ieri, anche se gli esperti sospettano un coinvolgimento di jihadisti e ribelli in quanto l’attacco sembrerebbe aver avuto origine dalle aree a nord-ovest di Homs.
Nel frattempo, il Pentagono ha comunicato che un drone turco si è avvicinato alle forze militari statunitensi di stanza in Siria facendo scattare l’allerta per una potenziale minaccia e l’abbattimento da parte di un F16 a stelle e strisce in quello che il portavoce della Casa Bianca Pat Ryder ha definito «un incidente deplorevole».
Tornando in medio oriente, come da promesse la controffensiva siriana non si è fatta attendere e nella notte ha portato al bombardamento delle basi dei gruppi militanti Jabhat al-Nusra e delle postazioni dei jihadisti del Partito islamico del Turkestan, individuati da Damasco come i principali sospettati dell’attacco all’Accademia Homs.