Una petroliera con a bordo 750 tonnellate di diesel, partita dall’Egitto e diretta a Malta, è affondata sabato mattina nell’area del golfo di Gabes, lungo la costa sud-orientale tunisina.
Il disastro ha subito fatto attivare le misure precauzionali per contenere i potenziali danni all’ambiente.
Un comitato per la gestione dei disastri naturali ha in programma un incontro in queste ore, necessario a comprendere i provvedimenti da mettere in atto.
La nave Xelo, battente bandiera della Guinea Equatoriale, aveva fatto richiesta di ingresso nelle acque tunisine, nella giornata di venerdì, a causa delle preoccupanti condizioni meteorologiche.
La petroliera ha iniziato ad imbarcare acqua una volta giunta a sette chilometri dal Golfo di Gabes, vedendo le sale macchine completamente “inghiottite”, come ha dichiarato il ministero dell’ambiente tunisino.
L’intero equipaggio dell’imbarcazione è stato evacuato senza particolari difficoltà; alcuni membri sono stati trasportati in ospedale, ma nessuno di loro si trova in condizioni critiche.
Le autorità hanno attivato il piano nazionale di emergenza per la prevenzione dell’inquinamento marino, con l’obiettivo di tenere sotto controllo gli sviluppi ed evitare la diffusione di inquinanti.
Prima che la nave affondasse, la situazione era stata dichiarata allarmante, ma comunque sotto controllo.
Ora l’obiettivo è limitare e tamponare il più possibile i danni ambientali, in un contesto che potrebbe avere potenzialmente gravi ripercussioni sull’ecosistema marino.
🇹🇳Catastrophe, le cargo Xelo vient de couler à environ 3 km des côtes de Gabes. https://t.co/AngGOtCJpe pic.twitter.com/iU82nVm9u7
— Ifriqiya🇹🇳 (@tunisialpha) April 16, 2022