L’Europa teme la quarta ondata dell’epidemia da Covid-19 ed accelera sul booster delle immunizzazioni.
Secondo l’Oms le attuali criticità emergono dalle diseguaglianze nella copertura vaccinale nei diversi Paesi e l’allentamento delle misure preventive.
Con il 94% della popolazione completamente vaccinata, Malta si classifica come uno degli Stati europei più “sicuri”, prevedendo che la distribuzione della dose di richiamo sarà gradualmente estesa a tutte le persone sopra i 12 anni di età.
Ma negli altri Paesi del Vecchio Continente la situazione preoccupa, spingendo così ogni nazione ad adottare misure drastiche nei confronti di chi sceglie arbitrariamente di non assumere il vaccino anti Covid-19.
L’Austria, per prima, ha optato verso misure più austere, prevedendo il lockdown per le sole persone non vaccinate.
A seguito dell’elevata diffusione del virus che nel Paese ha raggiunto il record assoluto di contagi in una sola giornata (9.943 nuovi positivi), il Governo austriaco ha deciso di adottare il pugno di ferro consentendo il libero accesso ai diversi luoghi in cui si svolge la vita quotidiana solo alle persone vaccinate sopra i 12 anni di età ed ai guariti entro i sei mesi.
I “no Covid-vax” saranno di fatto esclusi dalla vita sociale con il divieto di accesso a ristoranti, bar, strutture ricettive, agli eventi con più di venticinque persone, ma anche nelle strutture che erogano servizi per la cura della persona quali parrucchieri e centri estetici. Sarà per ora consentito l’accesso al luogo di lavoro con tampone negativo. Le restrizioni, che dureranno almeno fino a Natale, prevedono anche l’uso della mascherina Ffp2 nei negozi, musei e biblioteche.
Con l’imminente inizio della stagione invernale, Vienna teme però che la vicina Germania possa raccomandare di non recarsi in Austria, preoccupata dal picco dei contagi e dal basso numero di immunizzati.
Dal canto suo, Berlino, con i contagi che hanno raggiunto livelli record, annuncia la terza dose per tutti a sei mesi dalla seconda inoculazione e linea dura contro chi sceglie di non vaccinarsi. Il presidente della Turingia, Bodo Ramelow, ha minacciato di non curare più chi non accetterà la somministrazione del siero se dovesse verificarsi una maggiore pressione sulle strutture sanitarie.
La Sassonia, dove si intravede già la possibilità di un nuovo lockdown, ha deciso invece di non accettare più il tampone per l’accesso a ristoranti ed eventi culturali aprendo le porte solo a chi è immunizzato.
In Tirolo, storica roccaforte dei “no vax”, a valle delle decisioni adottate dai governi confinanti, si è triplicato il numero di richieste per il vaccino rispetto alle settimane precedenti.
Resta preoccupante la diffusione dei contagi nell’Europa orientale e nei Balcani, dove i tassi di vaccinazione sono i più bassi del continente.
Con i numeri alla mano, Bruxelles spinge anche sulla necessità del green pass. Nelle ultime ore è viva la discussione sulle linee guida comuni da adottare per definire la durata delle certificazioni.
«Non è stata stabilita una scadenza per i certificati vaccinali, tuttavia gli Stati membri possono fissare regole sul periodo di validità» ha fatto sapere la Commissione, sottolineando che al momento non ci sono raccomandazioni al riguardo.