Quello che si temeva è accaduto e, da quando all’alba del 24 febbraio Vladimir Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina, il mondo non ha cessato un istante di trasmettere drammatici scenari in diretta dai territori presi di mira da scontri armati e bombardamenti aerei che hanno fatto rapidamente salire la conta di morti e feriti, in una guerra di potere che riporta indietro al secolo scorso. Un attacco non solo all’Ucraina ma a tutto il resto del mondo; questo è stato l’inequivocabile messaggio di Putin, che ha da subito avvertito: «chiunque tenti di interferire con l’intervento militare russo subirà conseguenze mai viste prima».
Con il passare delle ore, la posizione del presidente russo sembra essere sempre più chiara: mirare all’invasione dei territori di ex Unione sovietica per dimostrare chi comanda ad est dell’Europa, senza mostrare alcuna volontà di fare dietrofront nonostante le dure minacce dei leader politici internazionali, chiedendo persino un ritiro di tutte le truppe nelle zone in cui è presente la NATO.
Dopo l’occupazione della centrale dismessa di Chernobyl da parte delle forze russe, il governo ucraino fa sapere che nelle prime ore di venerdì la capitale di Kiev è stata colpita da missili da crociera o balistici. Diverse esplosioni hanno illuminato i cieli bui della città distruggendo palazzi e luoghi nevralgici, colpendo obiettivi militari e civili, tra le grida di terrore della gente del posto e la disperazione di chi rimane a guardare inerme.
One of the apartment buildings in Pozniaky, a residential neighborhood in #Kyiv #Ukraine, was severely damaged after the Russian attack. pic.twitter.com/I9KyPkb85s
— Ostap Yarysh (@OstapYarysh) February 25, 2022
Insane sky scene over #Kiev #UkraineWar pic.twitter.com/TFCSbFBcTF
— Newsistaan (@newsistaan) February 25, 2022
Da Londra Boris Johnson non sta a guardare e dopo aver definito Putin “un dittatore”, annuncia un pacchetto di sanzioni durissime. Nel mirino dell’operazione anche 100 oligarchi legati alla capitale britannica e vicini al Cremlino, tra cui così Roman Abramovich, proprietario della squadra di calcio del Chelsea, che non potrà più mettere piede sul suolo britannico.
L’emittente Nbc fa sapere che, dopo aver annunciato sanzioni per 3 trilioni di dollari contro le banche russe, il presidente americano Joe Biden, starebbe valutando l’ipotesi di interrompere la connessione internet in Russia e mettere in atto una campagna di attacchi informatici per interferire con le operazioni militari in Ucraina, comprese le forniture di energia elettrica, al fine di sabotare le linee ferroviarie impedendo così alle forze armate di ricevere rifornimenti.
«Putin ha premeditato questo attacco da mesi, con obiettivi che vanno oltre l’Ucraina per ristabilire l’Unione sovietica» ha concluso il presidente americano che, parlando in diretta nazionale, ha promesso gravi conseguenze per il leader russo.
Sul fronte europeo i vertici politici si sono radunati in tutta fretta nel tentativo di trovare rapide soluzioni per evitare di precipitare in un vortice di guerra.
In campo un pacchetto di sanzioni senza precedenti, mirate ad isolare la Russia, colpendo figure vicine al Cremlino. Le misure restrittive interessano il settore finanziario, energetico (petrolio), i trasporti, la tecnologia ed i visti.
I leader occidentali starebbero intanto ragionando anche sulla possibilità di escludere la Russia dal sistema di pagamenti internazionali Swift; una mossa che infliggerebbe un colpo durissimo alle banche di Mosca, restringendo le operazioni commerciali dentro i confini di Stato.
La reazione della presidente della Commissione europea Von der Leyen al termine del vertice straordinario non lascia dubbi: «Cercheremo di erodere le basi dell’economia e di diminuire le riserve dei ricchi russi che non potranno più mettere il loro denaro nei paradisi fiscali. Colpiremo il 70% del mercato finanziario russo. Putin deve fallire e fallirà».
Per venerdì è atteso anche un incontro della Nato con Paesi leader dell’Alleanza atlantica; si cercherà di rafforzare il fronte orientale dell’Europa per dare una risposta compatta a Mosca.
L’obiettivo è quello di non rispondere con la forza, per evitare conseguenze imprevedibili e potenzialmente devastanti.
Intanto Putin fa sapere che l’invasione dell’Ucraina è stata una “misura necessaria” per difendere i propri territori. «La Russia risponderà con inevitabili atti di rappresaglia alle sanzioni illegittime dell’Unione europea», ha detto Vladimir Chizhov, il rappresentante di Mosca presso l’UE.
L’obiettivo – per lo meno quello reso pubblico – del presidente russo, è di raggiungere la demilitarizzazione completa dell’Ucraina, dichiarandosi pronto ad iniziare negoziati solo se lo Stato dimostrerà di accettare questo principio, ha affermato il Cremlino.
Nel frattempo l’ONU intanto tira le somme: «riteniamo che circa 100.000 persone abbiano già lasciato le loro case all’interno del Paese, e che diverse migliaia di persone abbiano attraversato i confini».
Nell’attacco all’Ucraina, si stima che al momento le forze russe abbiano lanciato più di 160 missili, mentre il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, conta che dall’inizio dell’invasione russa 137 militari ucraini sono stati uccisi e 316 sono rimasti feriti.
In tutto il mondo le piazze si sono popolate di persone radunate per dire “stop” alla guerra e per lanciare messaggi di solidarietà nei confronti del popolo ucraino ormai in balia della follia russa.
Anche a Malta, giovedì sera, una piccola folla di persone si è radunata a Valletta attorno alla fontana dei Tritoni con dei cartelloni rivolti ai “fratelli” ucraini. Un’altra manifestazione dovrebbe essere prevista per sabato pomeriggio, alle 14:00, sempre nella capitale maltese.