Nelle ultime ore di sabato 26 febbraio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato con fermezza le sanzioni previste nei confronti della Russia.
Il primo provvedimento, ormai ampiamente discusso, è l’estromissione di un determinato numero di banche russe dal circuito internazionale di pagamenti Swift che, di fatto, impedirebbe a queste istituti di credito di operare nel mondo, andando contemporaneamente a bloccare le importazioni e le esportazioni russe.
Nonostante alcune resistenze iniziali, sembra che lo “strumento” Swift abbia trovato l’approvazione generale; Germania e Italia, che rappresentavano due delle più grandi indecise, si sono mostrate favorevoli e convinte; è lo stesso caso dell’Inghilterra che, tramite un tweet di Boris Johnson, si dichiara in accordo con la proposta della CE; oltreoceano la soluzione Swift convince Stati Uniti, Canada ed anche il Giappone.
Swift è una rete interbancaria essenziale per accedere al sistema finanziario mondiale e un’esclusione della Russia da quest’ultimo necessita di una decisione unanime da parte dei Paesi membri dell’Unione Europea: le prossime ore saranno di importanza fondamentale per gli sviluppi a riguardo e per arrivare ad una decisione definitiva.
Per una corretta applicazione di queste misure restrittive è necessario anche prendere altri provvedimenti, come l’interruzione del meccanismo dei “passaporti d’oro”, escamotage che permette sostanzialmente agli oligarchi russi di avere una cittadinanza europea.
Nonostante Swift sia il nome ricorrente in queste ore, le mosse dell’UE non si fermano qui: congelare gli attivi della Banca Centrale della Russia, impossibilitare la liquidazione dei propri asset ed arrestare l’immissione di beni finanziari russi all’interno dei nostri mercati.
Oltre alle mosse dalla natura puramente finanziaria, la von der Leyen ha anche annunciato sul suo profilo Twitter ulteriori provvedimenti: il blocco totale per le compagnie aeree russe all’interno dello spazio aereo dell’UE, includendo anche i jet privati; bannare i media del Cremlino dall’Europa per arginare la l’informazione “telecomandata” riguardo il conflitto; colpire il regime di Lukashenko, individuato come complice dell’aggressione, con un insieme di sanzioni che mirino a limitare i loro principali settori economici.
«Putin ha intrapreso un percorso che mira a distruggere l’Ucraina. Ma quello che sta facendo, in realtà, è anche distruggere il futuro del suo stesso Paese». Ursula von der Leyen ha scelto queste parole per concludere il suo discorso.