Sabato sera si è chiuso il sipario sull’Eurovision 2022, la kermesse musicale europea andata in scena quest’anno al Pala Alpitour di Torino.
A vincere la sessantaseiesima edizione la band hip-hop ucraina Kalush Orchestra, uscita in trionfo dalla città piemontese grazie al brano “Stefania”.
La vittoria del gruppo giallo blu potrebbe aprire, come invocato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, un’eventuale apertura affinché la prossima edizione si possa organizzare in una delle città simbolo della guerra in Ucraina, Mariupol, incontrando così la disponibilità da parte di diverse emittenti europee di collaborare con i media ucraini, compresa la stessa Rai.
Dopo le polemiche dello scorso anno le ombre sulla Mole Antonelliana non si sono fatte attendere. Già all’indomani della chiusura delle operazioni di voto delle giurie avvenute durante le prove della finale dell’Eurovision, l’organizzazione preposta a supervisionare la realizzazione del contest, l’Unione europea di radiodiffusione (EBU), attraverso una nota comparsa domenica pomeriggio sul proprio sito web, ha fornito la consueta analisi che segue la raccolta dei voti denunciando, però, alcune irregolarità riscontrate tra i verdetti forniti da sei Paesi:
«L’analisi dei voti delle giurie nazionali ha evidenziato alcune configurazioni irregolari da parte di 6 Paesi. In ottemperanza alle istruzioni di voto definite per i concorso, l’EBU ha collaborato con il suo partner incaricato per le votazioni al fine di calcolare un risultato aggregato sostitutivo per ciascuno dei sei paesi, sia per la Seconda Semifinale sia per la Grand Final (calcolato sui risultati degli altri paesi con analoghi schemi di voto). Il procedimento è stato accettato dal Controllo Indipendente delle Votazioni (Independent Voting Monitor)»
Le votazioni dell’Eurovision sono prese molto seriamente da parte dell’EBU che, nei casi di sospetta manipolazione, detiene il diritto di cancellare alcuni verdetti sulla base del regolamento ufficiale.
Ormai consolidata negli anni, la modalità di voto prevede che le giurie siano chiamate ad esprimere i propri pareri la sera prima della diretta televisiva di ogni spettacolo, quando, viene provato l’intero show in anticipo.
Tale schema permetterebbe così ai giurati di stilare la classifica con maggiore tranquillità e precisione, consentendo, inoltre, agli organizzatori di effettuare ulteriori controlli.
La denuncia di EBU
Un fatto piuttosto grave quello presentato da EBU che, all’interno del proprio comunicato stampa, non ha però chiarito quali fossero le giurie nazionali coinvolte nello scandalo delle votazioni dell’Eurovision.
Grazie ai telespettatori più attenti, però, visitando lo schema riassuntivo dei voti pubblicato sul sito ufficiale, negli istanti successivi alla premiazione, sono comparsi sei Paesi privi di rendicontazione delle votazioni, facendo intuire come le irregolarità relative ai verdetti potessero essere attribuite ad Azerbaijan, Georgia, Montenegro, Romania, Polonia e San Marino.
A far scattare l’EBU verso ulteriori accertamenti sono stati alcuni schemi irregolari nelle votazioni che avrebbero portato al controbilanciamento del voto durante la seconda semifinale e la finale del concorso.
Per questa ragione, al fine di attribuire un punteggio “equo” alle giurie sopracitate, l’organismo di controllo ha ricalcolato il verdetto per questi Paesi sfruttando l’andamento dei modelli di voto espressi dagli altri giudici.
Nello specifico, i partecipanti vengono suddivisi in diverse fasce, permettendo così di ricalcolare i voti dei sei Paesi al centro della bufera appoggiandosi ai verdetti emanati dalle nazioni appartenenti alla stessa fascia.
A titolo esemplificativo, i voti della giuria montenegrina sono stati calcolati partendo dai giudizi di Albania, Slovenia, Croazia, Macedonia del Nord e Serbia, iscritte anche loro nella Fascia 1; così come gli esiti di Azerbaijan e Georgia saranno stabiliti a partire dalle scelte delle altre nazioni presenti in fascia 3 (Armenia, Israele e Ucraina).
Secondo l’inchiesta dell’emittente belga VRT, inoltre, il problema emerso era riconducibile ad uno scambio di voti tra le 6 giurie sulle quali si sarebbe riscontrata l’anomalia, spingendo verso la sostanziale decisione di ricalcolare i voti per queste delegazioni.
Le reazioni dei Paesi coinvolti
Al centro della bufera delle votazioni dell’Eurovision, i sei Paesi invischiati nello scandalo hanno ribattuto alla denuncia di EBU, fatta eccezione per Polonia e San Marino che, ancora adesso, non avrebbero rilasciato alcuna dichiarazione a riguardo.
A far rumore ci hanno pensato le dichiarazioni della televisione romena TVR che, attraverso un comunicato ufficiale, sarebbe accorsa a rivelare i voti relativi alla finale dell’Eurovision indicando, inoltre, i nomi dei propri giurati e dedicando uno speciale andato in onda nella serata di lunedì.
Anche i georgiani di GPB si sono affrettati a controbattere, affidandosi ad un comunicato annunciante un’investigazione su questo caso che, inoltre, avrebbe portato a dirottare i 12 voti in favore dell’Ucraina verso i candidati del Regno Unito.
La televisione dello Stato delle cinque croci ha “ricordato” come sarebbe stato sostanzialmente inutile per la giuria manipolare le votazioni vista l’assenza di partecipanti georgiani alla finale dell’Eurovision.
Infine, è arrivata anche la risposta della televisione azera Ictimai Tv che, tra le righe di un altro lungo comunicato, ha in seguito rivendicato di aver ricevuto la richiesta di annunciare i voti modificati al posto di quelli originali (che avrebbero premiato l’Ucraina con 12 punti), trovando però l’opposizione dell’emittente pubblica del Paese bagnato dal Mar Caspio:
«Speriamo che la situazione si risolva presto e che giustizia sia fatta. Una lettera ufficiale di investigazione è stata subito spedita agli organizzatori. Abbiamo detto che avremmo annunciato i voti della nostra giuria, non i risultati della trasmissione dal vivo, e avremmo reso pubblica la cosa. Solo allora ci hanno comunicato le stranezze emerse nei voti di sei Paesi, incluso l’Azerbaigian, durante la semifinale di giovedì. Non siamo stati informati di queste stranezze fino alla conclusione della finale di sabato, e ancora nessuna evidenza ci è stata mostrata».
Si attendono, ora, eventuali reazioni di Polonia e San Marino e della stessa EBU, chiamata a rispondere alle richieste di chiarimento recapitate dai sei Paesi coinvolti nello scandalo.