Siamo tutti desiderosi e speranzosi che possa quanto prima ripartire di slancio la stagione turistica, tanto penalizzata nell’ultimo anno.
Cosa succederà e come ha inciso la pandemia sui bisogni e sui gusti dei turisti è il grosso enigma, ma alcuni studi hanno già delineato un turista sicuramente più consapevole e più volenteroso di vivere esperienze rilassanti, a maggior contatto con la natura, in contrasto con la chiusura forzata di questo ultimo anno e mezzo.
Uno dei trend che sarà in crescita è quello del cicloturismo, ormai da qualche anno sempre più importante, tanto che nella fase pre COVID-19, un’indagine di Booking.com lo citava come uno dei principali asset turistici con maggior potenzialità di sviluppo.
Questa pratica nasce prevalentemente in Germania e Austria che sono i Paesi che maggiormente “esportano” turisti amanti di questa tipologia di vacanza, seguiti a ruota da Francia, Regno Unito e Danimarca.
Risulta, invece, essere la Svizzera il Paese europeo meglio organizzato nell’accoglienza e nella promozione del cicloturismo, con itinerari chiari e ben studiati, oltre ad un collegamento anche con altri mezzi di trasposto, come ad esempio i treni, che agevolano gli spostamenti dei cicloturisti tra luoghi diversi.
Quali i valori alla base di questa crescita? La volontà di scoprire mete “secondarie”; il rapporto diretto con i luoghi e la loro storia; rallentare i ritmi di una vita sempre più “veloce”; l’attenzione al benessere fisico; ritrovare il rapporto uomo natura.
Una filosofia completamente nuova, in linea con il Megatrend della sostenibilità che sempre più si diffonde nei Paesi occidentali e che è diventato, tra l’altro, uno degli ambiti maggiormente attenzionati e sostenuti dalla Comunità Europea.
In virtù di ciò, sempre più il mondo dell’accoglienza si organizza per ospitare questi milioni di visitatori che si spostano in bici, le strutture ricettive si dotano di servizi dedicati come ad esempio deposito bici custodito, lavaggio bici, officina, lavanderia e via discorrendo.
Si diffondono in tutta Europa associazioni di cicloturisti che organizzano veri e propri tour in bicicletta e c’è un fermento anche nella nascita di circuiti turistici organizzati che supportano questa modalità di viaggio.
I siti web specializzati raccontano le esperienze dei cicloturisti, il loro creare Comunità, la libertà che deriva da questo tipo di viaggio nel poter decidere distanze e luoghi, il piacere di “curare anima e corpo” nel senso di un viaggio immaginato come rigenerazione fisica e psicologica, specialmente da chi vive in grossi centri urbani o che fa lavori sedentari o digitali.
Ma chi sono i cicloturisti? Scopriamolo con uno studio di qualche anno fa che ne determinò il target:
Età media: 45 – 55 anni
Sesso: 60% uomini, 40% donne.
Livello di educazione: Diploma superiore.
Composizione del gruppo: 20% da soli; 50% in coppia; 20% in piccoli gruppi di 3 – 5 persone.
Possiamo concludere che una pedalata allunga la vita e ci consente di fare esperienze e visitare luoghi che normalmente sono fuori dai circuiti classici, permettendo di entrare in stretto contatto con le tradizioni, i costumi e le bellezze storiche e naturali che quei territori esprimono.