Il ministro dell’Agricoltura Anton Refalo è finito sotto i riflettori nei giorni scorsi dopo che nella sua abitazione situata a Qala sembrerebbe essere stato ritrovato un manufatto risalente al diciannovesimo secolo. Una vicenda sicuramente bizzarra quanto potenzialmente illegale, e che potrebbe mettere in seri guai l’ex presidente di Heritage Malta, già interrogato dalle forze dell’ordine.
Il manufatto in questione è una sorta di “contrassegno” in pietra dell’epoca britannica con incise le lettere “VR”, presumibilmente riferite alla Regina Victoria. Tali reperti storici, ormai in gran parte dispersi, danneggiati o rubati, rappresentano un patrimonio artistico dal valore elevato.
La vicenda ripresa da Times of Malta, ha avuto inizio lo scorso febbraio, quando alcune immagini postate sui social network da alcuni membri della famiglia Refalo hanno mostrato pubblicamente il reperto storico in questione, situato all’interno del giardino della proprietà del ministro dell’Agricoltura, foto ancora visibili attraverso il giornale locale The Shift News.
La questione era stata già sollevata infatti in piena campagna elettorale, mettendo in moto anche delle ispezioni a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali. Nonostante i primi controlli effettuati non c’è stata però alcuna notifica di eventuali sviluppi concreti.
Negli ultimi giorni il ministro Refalo, noto collezionista d’arte, è stato ascoltato di nuovo dalla polizia, fornendo però a grandi linee la stessa versione risalente a febbraio.
La legge maltese prevede multe salatissime e gravi procedimenti penali, fino all’incarcerazione, per i casi di appropriazione illecita del patrimonio artistico ma, in questo caso, la situazione delineatasi non concederebbe ancora spazio a supposizioni ed ipotesi.
Le pressioni politiche, già fortemente presenti in campagna elettorale, e quelle mediatiche potrebbero velocizzare gli sviluppi futuri.
Basta chiamare un cavolo di cippo vittoriano “reperto del diciannovesimo secolo” e lo scandalo è bell’e che servito! Ma per favore…