Un’organizzazione criminale ucraina è alla base di un traffico di extracomunitari dell’est verso Malta. Ma la vera notizia è il sospetto di un coinvolgimento di autorità locali che avrebbero agevolato il racket.
Fonti di polizia hanno infatti riferito che la banda criminale è stata individuata dopo settimane di indagini, ma questo rappresenta solo il primo passo di quella che si preannuncia come una lunga e complicata investigazione.
Nel tentativo di fare chiarezza su come i banditi siano riusciti a farla franca per così tanto tempo, gli investigatori sospettano che disponessero di “talpe” all’interno dell’amministrazione pubblica; forse impiegati dello Stato addetti all’emissione di permessi di lavoro e controlli di frontiera, comprati in cambio di ricompense: un vero e proprio caso di corruzione.
Il Governo ha rilasciato una breve dichiarazione giovedì scorso, affermando che solo circa 20 vittime della tratta di esseri umani avrebbero ottenuto lo status di protezione di emergenza.
La banda è considerata parte di una rete internazionale con sede nell’Europa dell’Est e “uffici regionali” dislocati in tutta l’UE. L’organizzazione aveva un punto d’appoggio a Malta, dove attirava extracomunitari con inganni e false aspettative, come la promessa di un impiego stabile e ben retribuito. Tuttavia i lavoratori caduti in trappola si sarebbero ritrovati in seguito bloccati nell’UE, costretti a lavorare in condizioni precarie e senza le necessarie tutele.
Proprio il mese scorso era emerso che un uomo maltese e la sua compagna erano stati accusati di traffico di esseri umani legati a centri massaggi. Una testimone nel caso, una massaggiatrice qualificata, ha affermato che quella che inizialmente era stata un’offerta di lavoro nel settore dei massaggi si è rivelata gradualmente un’esperienza straziante, con i suoi datori che la costringevano a fornire prestazioni sessuali ai clienti.