Shaun Caruana, ladro 22enne, ha prima ammesso le sue responsabilità. È stato lui a compiere ben trentasei furti in poco meno di due mesi. Il suo bersaglio gli oggetti lasciati incustoditi nelle auto parcheggiate.
Ma il ragazzo è andato oltre e nel corso di un lungo intervento in Tribunale, durante un’udienza del processo a suo carico, ha manifestato tutta la propria frustrazione per la società in cui vive, e che a suo dire lo avrebbe portato a diventare un delinquente.
In risposta al giudice che gli chiedeva le motivazioni dei suoi reati, il giovane si è esibito in un appassionato discorso dichiarando di essere «stufo di questa vita».
Si è trovato infatti senza un tetto e senza lavoro dopo una vita trascorsa da un istituto di accoglienza all’altro per problemi di droga: alla fine è riuscito a liberarsi dalla sua dipendenza da stupefacenti, ma si è trovato senza soldi per mangiare e bere.
Aveva anche trovato un posto dove dormire, presso il rifugio per i senzatetto YMCA, ma lo ha perso avendo superato i diciotto anni di età. E ha perso anche il diritto di ricevere cibo e bevande dall’assistenza sociale.
Così, sull’orlo della disperazione, ha deciso di iniziare a rubare.
Il giovane ha lamentato in particolare di non aver mai ricevuto aiuti per prepararsi ad un lavoro che potesse salvarlo dalla miseria, anche durante la sua recente detenzione in carcere.
Il discorso ha impressionato il suo avvocato d’ufficio, Noel Bartolo, che ha ammesso di non aver mai assistito nella sua lunga esperienza in tribunale ad una difesa tanto convinta e appassionata da parte di un imputato
I giudici invece hanno dovuto valutare i fatti, condannando il ragazzo a tre anni e mezzo di reclusione. Tuttavia, alla luce delle circostanze particolari del caso, il Magistrato Francesco Depasquale ha invitato le autorità carcerarie a garantire, con effetto immediato, che al giovane detenuto sia garantito un percorso formativo per essere in grado di lavorare e guadagnarsi da vivere al momento della sua scarcerazione