Il corpo del diciassettene Mike Mansholt fu trovato nella zona di Dingli Cliffs a pochi metri dalle sue scarpe e dalla bici che aveva preso a noleggio.
Il caso è stato riaperto dal magistrato Marseanne Farrugia dopo la richiesta della Procura generale: si vuole infatti fare chiarezza in merito alla restituzione del corpo del ragazzo ai suoi parenti privo di molti organi interni. Il caso è tutt’ora irrisolto: non è nota la causa della morte, e nemmeno quanto accaduto durante la prima autopsia presso l’ospedale Mater Dei di Malta.
Mike Mansholt arrivò in vacanza a Malta l’8 luglio 2016 e il suo cadavere fu ritrovato il successivo 26 luglio. La sua scomparsa venne segnalata quattro giorni prima dalla famiglia, che lo aspettava di ritorno dal suo viaggio.
Il danno alla bicicletta non risultava compatibile con una caduta dalla scarpata adiacente: secondo le indagini sul corpo, il ragazzo era morto almeno da una settimana, e si escludeva una caduta da una grande altezza, non essendo stata evidenziata alcuna frattura.
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Quando il corpo venne inviato all’Università di Medicina di Hannover per eseguire una seconda autopsia furono trovati solo alcuni organi: un rene, i polmoni, la milza e l’intestino crasso; inoltre non fu mai recapitata in Germania una copia dell’autopsia effettuata a Malta e non furono mai presi in considerazione i possibili testimoni dell’accaduto.
Secondo il padre del ragazzo sono troppi i lati oscuri della vicenda: perché non si sa che fine abbiano fatto gli organi mancanti? Perché il corpo non fu imbalsamato con la formaldeide, come da prassi prima di inviare il corpo in Germania?
Tramite gli avvocati Veronique Dalli e Dean Hili il padre del ragazzo ha dichiarato che le spiegazioni date dall’esperto del tribunale maltese non sono chiare. In uno scambio di e-mail con il medico legale nominato dal tribunale maltese, Mario Scerri, si evince che gli organi mancanti sarebbero stati attaccati da alcuni roditori ed il cervello letteralmente liquefatto: nulla di tutto ciò è stato invece evidenziato dall’autopsia eseguita in Germania.
Il signor Mansholt, accolta favorevolmente la riapertura del caso, ha riconfermato la ricompensa di 10.000euro a chi fornirà degli indizi utili alle indagini. Ha inoltre offerto un compenso aggiuntivo dello stesso importo a chi ritroverà gli oggetti mai rinvenuti del figlio: uno zaino, un telefono ed una fotocamera sportiva GoPro.