Il processo per l’attentato a Daphne Caruana Galizia appare definitivamente compromesso dopo il «tentato suicidio» del teste chiave, ora ricoverato in terapia intensiva.
Il recentemente nominato capo della polizia Angelo Gafà ha preso la parola ieri in tarda mattinata per sostenere che – secondo le forze dell’ordine – quello di Melvin Theuma è un tentativo di suicidio.
Una dichiarazione arrivata poche ore dopo il ritrovamento del corpo di Theuma: in fin di vita nel bagno del suo appartamento, in un lago di sangue, con ferite da taglio multiple, inclusa quella decisiva che gli ha squarciato la gola.
Gafà ha preso posizione prima che la scientifica abbia avuto il tempo di consegnare il rapporto preliminare e prima che si sia pronunciato il magistrato per le indagini preliminari. Decisamente non vuole far rimpiangere il suo predecessore, quel Lawrence Cutajar che sedeva in tribunale sempre ieri mattina, accusato di aver preteso (e preso) 30.000 euro da Theuma per accelerare la pratica di concessione dell’indulto. Posizione scomoda che, ora, con Theuma in terapia intensiva, appare improvvisamente più confortevole. Soprattutto dopo che la registrazione audio portata come prova è provvidenzialmente scomparsa dall’hard disk del tribunale.
Theuma, dicevamo. Un uomo senza morale, uno strozzino e riciclatore di denaro sporco che si è prestato a fare da intermediario per l’assassino di una giornalista.
Theuma, furbo come una faina, che ha opportunamente registrato i suoi incontri con Yorgen Fenech, il faccendiere senza scrupoli con le mani in pasta in mezza Malta, amico di infanzia di Keith Schembri, amico «intimo» di Joseph Muscat. Insomma, la razza padrona.
Questo Theuma, vorrebbe farci credere la polizia, ha tentato il suicidio il giorno prima di deporre in tribunale contro l’ex capo della polizia.
Scusate, ridiamo. Nemmeno a Fantasilandia questa teoria potrebbe godere di un minimo di credibilità.
Nel frattempo la società civile maltese è «scossa», ma appare decisamente più debole dello scorso dicembre, quando in migliaia protestavano a Valletta. Nel frattempo il Governo ha fatto il lifting, Abela ha preso il comando lasciatogli gentilmente da Muscat e, soprattutto, la pandemia globale ha trascinato il Paese in una china recessiva.
Ieri il debole leader dell’opposizione nazionalista, Adrian Delia, invitava alla prudenza mentre intorno a lui alcuni parlamentari denunciavano apertamente il tentato omicidio e il depistaggio intorno al corpo di Theuma, sospeso tra la vita e la morte.
Sospeso tra la vita e la morte: «forse», perché secondo uno dei eroi della lotta di Malta alla pandemia, il vice premier Chris Fearne, non è possibile comunicare lo stato di salute del suicidato, in quanto ne va della sua privacy medica. Tutto molto divertente.
Poco dopo il suo arresto, Melvin Theuma aveva detto di essere «morto il giorno dell’attentato», sottintendendo che sapeva troppo e non lo avrebbero lasciato vivere.