Ormai non è una più una novità, ma per chi avesse ancora dubbi sulla presenza della mafia italiana a Malta una nuova conferma arriva dalla Direzione Investigativa Antimafia.
Secondo una relazione dell’organismo di indagine riferita ai primi sei mesi del 2016, e ripresa in una mappatura di Europol sulle criminalità organizzate attive in tutta Europa, a investire nell’arcipelago del Mediterraneo è soprattutto la ‘ndrangheta, che allo stesso tempo ricicla capitali di provenienza illecita.
La conferma è contenuta in una sentenza di primo grado emessa nel giugno del 2016 dal giudice per l’udienza preliminare di Reggio Calabria nell’ambito di un filone dell’inchiesta denominata “Gambling”. Gli inquirenti in questo caso hanno individuato un esercizio abusivo dell’attività di raccolta scommesse da parte della potente cosca Tegano di Reggio Calabria, che allo stesso tempo ricicla ingenti capitali illeciti con un sistema che ha la sede operativa situata proprio a Malta, e attraverso altre società dislocate in Austria, Romania e Spagna.
C’è poi l’operazione Jackpot, che nel mese di aprile del 2016 ha portato la Guardia di Finanza di Genova a sequestrare sette sale da videolottery e gioco online in tutta Italia, con nove società ad esse collegate, che ha fatto emergere che i server di supporto dei siti internet illegali erano posti a Malta. Secondo la D.I.A., il gruppo che opera in questo affare sarebbe piuttosto eterogeneo: a dimostrarlo, il coinvolgimento di due genovesi vicini al clan Macrì di Mammola, in provincia di Reggio Calabria, un altro genovese di origine napoletana esponente del clan Fucci e un siciliano di Gela vicino a Cosa nostra.
Un’altra attività illecita che coinvolge Malta è il traffico di armi che vede coinvolto il noto clan Ceusi di Catania. Da un suo esponente di spicco, secondo i documenti raccolti dagli investigatori, sono state acquisite armi poi modificate e inviate a Malta. Sempre da Malta, infine, nel gennaio del 2016 era stato estradato uno dei latitanti più pericolosi: si tratta del boss Sebastiano Brunno, reggente del clan Nardo, pluripregiudicato, condannato per vari reati tra cui omidicio, che aveva fatto perdere le sue tracce dal marzo del 2009.
Guarda: la cattura di Sebastiano Brunno a Bugibba