Ha un nome l’uomo che nella notte ha investito e ucciso una donna di origini turche a Gzira, sfondando con la sua auto la vetrina di un fast food della catena KFC.
Si tratterebbe di Jeremie Camilleri, 33enne di origini franco-maltesi residente a Lija ma nato a Tolosa, con precedenti penali e soggetto a regime di libertà vigilata per due furti, commessi all’interno di due negozi ad Attard e Sliema, il 2 gennaio scorso.
A bordo di una BMW, l’uomo ha prima urtato una stazione di servizio, per poi investire la giovane e infine schiantarsi contro la vetrina del ristorante. Testimoni oculari hanno riferito ai media locali che il sospettato si sarebbe accanito sulla vittima, addirittura lanciandole pietre addosso. Giunta sul posto, la polizia è dovuta ricorrere al taser per bloccare Camilleri.
Sempre i giornali locali riportano che il sospettato avrebbe a suo carico anche un’altra condanna emessa dal tribunale di Gozo a febbraio 2021, che gli era costata un’altra ordinanza di libertà vigilata, che aveva però violato. Tuttavia, per gli ultimi reati il Tribunale aveva deciso di concedergli un’altra possibilità, limitandosi a dargli 3 anni di libertà vigilata.
Tutto ciò nonostante Camilleri avesse alle spalle una terza condanna risalente al 2012, per danneggiamento di proprietà privata. Anche in quel caso, la passò quasi liscia, ricevendo una pena di 1 anno di reclusione, con sospensione per un anno.
Ancora Camilleri è stato protagonista di un fatto di cronaca nel novembre del 2022, quando qualcuno ha lanciato un piccolo ordigno esplosivo in casa sua, causando fortunatamente solo lievi danni e nessun ferito.
Secondo Times of Malta, il sospettato sarebbe conosciuto a Lija, con i residenti che lo avrebbero più volte sentito urlare, oltre ad averlo visto maltrattare sua madre.
Intanto, la polizia avrebbe confermato la sua positività alla cocaina dopo l’incidente di questa notte.
È stata resa nota anche l’identità della vittima. Si tratta di Pelin Kaya, residente in zona. La giovane aveva appena festeggiato il suo trentesimo compleanno, un’ora prima di trovare la morte. Era una designer di interni, e da circa un anno lavorava in un negozio di mobili di lusso.
Secondo la polizia, Pelin Kaya e quello che a tutti gli effetti sarebbe il suo assassino, non avrebbero alcun legame e non si conoscerebbero.