Con l’accordo siglato da Konrad Mizzi con la Socar nel 2013 il gas a Malta costa 11,50 dollari contro la media UE di 4,81 dollari. Una differenza su base annua di 90 milioni di dollari. L’ex direttore di Electrogas, Yorgen Fenech, pagava 5000 euro al giorno a Mizzi e Schembri per motivi mai chiariti. Il gas nemmeno arriva dall’Azerbaijan: viene comprato dalla Shell e rivenduto a Malta. Un sacco di buoni motivi per uccidere la persona che ha rivelato tutto questo, Daphne Caruana Galizia.
Un recente articolo pubblicato dal quotidiano in lingua inglese Malta Independent esamina una delle conseguenze del controverso accordo per la fornitura di gas tra la Socar (State Oil Company of Azerbaijan Republic) e Malta.
I prezzi del gas in tutta Europa, infatti, sono in una fase calante, ma Malta continuerà a pagare prezzi più alti in virtù dell’accordo di fornitura contratto con la Socar. Nell’Unione europea il prezzo del gas si è attestato a novembre 2019 a 5,15 dollari per mmbtu (l’unità di misura standard del gas), il 37,69% in meno rispetto al prezzo di un anno fa. La media dei prezzi nel 2019 è stata di 4,81 dollari per mmbtu.
La nuova centrale elettrica di Delimara, uno dei cavalli di battaglia dei laburisti nel 2013, funziona a gas naturale, importato dall’estero. Per la realizzazione di questo specifico punto del programma è stato incaricato l’ex ministro Konrad Mizzi, dimessosi lo scorso novembre.
Nell’ottobre 2013, il consorzio Electrogas ha battuto concorrenti come Shell e Gazprom e ha vinto la gara d’appalto per la costruzione e l’esercizio della centrale elettrica. Il consorzio era allora composto dalla società statale azera del gas e del petrolio Socar, dal gigante tedesco dell’energia Siemens, dalla GEM Holdings – una società di Yorgen Fenech, Mark Gasan e Paul Apap Bologna, e dalla Gasol. Quest’ultima si è ritirata dal consorzio nel 2015.
Fin dall’inizio l’accordo sulla centrale elettrica ha sollevato varie domande, inclusa quella relativa al contratto siglato tra Malta e la Socar per la fornitura del gas. Documenti sono stati resi pubblici da Daphne Caruana Galizia e, dopo il suo assassinio, il consorzio investigativo a lei dedicato (Daphne Project) ha continuato l’opera che dimostra come i contribuenti maltesi stanno pagando fin troppo per la nuova centrale elettrica.
Secondo quanto rivelato dal Daphne Project per i primi cinque anni del contratto decennale con Socar, che è stato firmato nel 2015, Malta si è impegnata a pagare un prezzo fisso di 9,40 euro (11,50 dollari) per mmbtu. Con una differenza di 6,35 dollari per mmbtu rispetto alla media della UE.
Nel corso del primo anno di validità del contratto Malta ha acquistato dalla Socar 14 milioni di mmbtu pagandoli 161 milioni di dollari. La media UE per la stessa quantità di gas era di 72,1 milioni di dollari.
Confrontando i termini del contratto con Socar e il prezzo medio del 2019, Malta ha pagato oltre 90 milioni di dollari rispetto alla media nell’Unione europea.
Il Governo di Joseph Muscat si è sempre rifiutato di divulgare i contenuti del contratto con la Socar e, quando lo ha fatto in seguito alle pressioni dell’opinione pubblica, ha diffuso una versione «censurata» citando come motivazione la riservatezza commerciale.
Ma in realtà la Socar nemmeno fornisce il suo gas a Malta, semplicemente lo compra dalla Shell a prezzo di mercato e lo invia a Malta con il sovrapprezzo stabilito dal contratto.
L’accordo sulla fornitura del gas non è l’unica controversia legata alla centrale elettrica di Delimara. Sono state sollevate domande sulle procedure di Electrogas per la costruzione e il funzionamento della centrale elettrica, in particolare dopo che è emerso che una società chiamata 17 Black era il principale finanziatore di due società panamensi, la Tillgate e la Hearnville, di proprietà l’una di Keith Schembri, ex Capo di gabinetto di Muscat, e l’altra di Konrad Mizzi, già ministro dell’energia e poi del turismo.
La 17 Black è di proprietà di Yorgen Fenech, fino a poco tempo fa uno dei direttori di Electrogas oltre che azionista: secondo quanto emerso dal lavoro investigativo del Daphne Project e della Reuters la 17 Black, assieme a una seconda società, la Macbridge, il cui proprietario non è mai stato individuato, pagava 5000 euro ogni giorno a ognuna delle due società di Schembri e Mizzi.
Yorgen Fenech è attualmente sotto processo, Schembri e Mizzi si sono dimessi ma nessun procedimento è stato formalizzato nei loro confronti. La verità appare ancora lontana.