A nulla è servito l’intervento tempestivo dei soccorsi: il 26enne di origine siriana, Mohammed Kasem Hashem Alkhateeb, si è spento nella mattinata di oggi in un letto dell’ospedale Mater Dei a causa delle gravi ferite riportate in seguito a una caduta da un’altezza di un piano avvenuta alle 17:00 di giovedì scorso da un cantiere edile in Triq Alessandro Curmi, Rabat, dove il giovane lavorava come intonacatore edile.
Una storia drammatica che fonda le proprie radici nel 2015, quando, all’età di soli 17 anni, Mohammed (conosciuto tra i suoi amici come Muhammed), decise di fuggire dalla guerra civile in Siria e raggiungere via mare alcuni parenti a Malta, tra cui il cugino, che attraverso un post sui social con queste parole ha ricordato la povera vittima:
«Era un giovane lavoratore che aveva sempre il sorriso sulle labbra. Siamo molto addolorati per quello che è successo anche se non c’è molto che possiamo fare. Ora lo affidiamo alle mani di Allah»
Centinaia di migranti ogni anno scappano dalla guerra civile siriana e, almeno per Mohammed, sembrava l’inizio di un nuovo capitolo a Malta, il luogo in cui era riuscito a trovare lavoro nel settore edilizio e costruirsi una nuova vita a Cospicua, dove viveva con la compagna, almeno fino all’incidente di giovedì che, secondo un parente della vittima che si è raccontato in forma anonima ai microfoni del Times of Malta, sarebbe imputabile alle scarse condizioni di sicurezza del cantiere:
«Questi sviluppatori non formano i dipendenti perché vogliono sfruttare la manodopera a basso costo e perché sanno che nessuno controlla i cantieri. La realtà è che questi operai lavorano sotto pressione per finire un lavoro il più velocemente possibile, altrimenti non vengono pagati»
La morte di Alkhateeb arriva proprio nella giornata in cui è attesa la veglia organizzata in memoria di Jean Paul Sofia, il giovane maltese scomparso in circostanze analoghe, sottolineando la necessità di un’azione urgente per migliorare la sicurezza sui posti di lavoro maltesi.