Winston-Joseph Gera, proprietario di vari centri massaggi a Malta e la sua convivente Zhang Tianxia, cittadina cinese, sono accusati di traffico di esseri umani e sfruttamento della prostituzione.
I due imputati difesi agli avvocati Franco Debono e Marion Camilleri si sono dichiarati innocenti. Contro di loro ha invece testimoniato in videoconferenza una delle vittime, in quanto parte lesa, sulla quale il magistrato Donatella Frendo Dimech ha ordinato che il nome rimanga segreto, per garantirne la massima tutela.
La testimone ha raccontato al magistrato di essere arrivata dall’Italia accettando un’offerta di lavoro, e di essere rimasta a Malta per 8 mesi, assunta in un salone di massaggi a Paceville di proprietà di Gera. Qui avrebbe lavorato ininterrottamente 12 ore al giorno per sette giorni a settimana, e sarebbe stata costretta a dormire in un lettino nella stessa sala massaggi. Nei sette mesi di lavoro la donna non avrebbe avuto un solo giorno di riposo, ed avrebbe pagato 200 euro per il pernottamento. I massaggi, pagati dai clienti 45 euro l’ora, avrebbero fruttato alla massaggiatrice solo 10 euro: cifra dimezzata per le prestazioni di 30 minuti. La donna ha dichiarato di essere in possesso solo di un permesso di soggiorno italiano, e di non avere invece il permesso per lavorare a Malta.
Secondo le accuse massaggi venivano registrati in un semplice taccuino, le ricevute venivano emesse solo quando richieste dai clienti: alla vittima infatti era stato imposto da Gera di emettere al massimo una ricevuta al giorno. Secondo la vittima la maggioranza dei clienti non chiedeva altri servizi oltre al massaggio, ma in alcune occasioni ha dovuto rifiutarsi di effettuare dei servizi “extra”. Alla richiesta di identificazione dei due accusati, la testimone in videoconferenza è apparsa molto impaurita.
Altre accuse riguardano il furto di un telefono cellulare di una delle vittime, l’impiego di personale senza permesso di soggiorno e la mancata segnalazione dei lavoratori all’agenzia per l’impiego. Vista la gravita delle accuse, ed il pericolo reale della fuga di Tianxia in assenza di accordi di estradizione con la Cina, la corte ha negato il rilascio su cauzione.