Una ricerca effettuata dall’organizzazione Project Aegle mette in luce le abitudini dei residenti maltesi in tema di mobilità: più dell’83% utilizza l’auto, il 10,8% l’autobus, meno dell’1% si muove in bicicletta.
Lo studio mette in relazione il dato odierno con l’ultima rilevazione dell’agenzia governativa NHTS, realizzata nel 2010, con l’intento di fornire una panoramica aggiornata in attesa della prossima pubblicazione ufficiale prevista per il 2020.
L’uso dell’auto non conosce crisi, anzi, passa dal 73,6% del 2010 all’83,2%, all’interno del quale scende la percentuale di coloro che la utilizzano in quanto passeggeri a favore di una netta tendenza verso l’utilizzo dell’auto propria.
In leggero aumento anche moto e scooter, mentre diminuisce l’utilizzo dell’autobus pubblico, seppur di poco e nonostante l’aumento della quantità complessiva di viaggi effettuati, restando il mezzo di trasporto preferito da un maltese su 10; crolla invece quello dei minibus, molto apprezzati da giovani e turisti, utilizzati ormai soltanto dall’1,2% dei cittadini.
Riscuote poi sempre meno successo la scelta di muoversi a piedi per raggiungere il luogo di lavoro o quant’altro, passata dal quasi 8% del 2010 a poco più dell’1%, seconda soltanto all’utilizzo della bicicletta, ancora ferma allo 0,8%, evidenziando come l’obiettivo di lungo termine di una mobilità sostenibile ed ecologica sia ancora ben lungi dall’essere raggiunto.
“Dati i significativi cambiamenti negli ultimi anni in tema di modalità di viaggio, mobilità e situazione economica a Malta, abbiamo sentito la necessità di una panoramica aggiornata in merito, motivo per cui abbiamo condotto questa ricerca”, spiega Nicoletta Moss sul sito dell’organizzazione..
Le fa eco la coordinatrice dell’indagine, nonché docente presso l’Università di Malta, Prof.ssa Maria Attard: “Abbiamo intrapreso questa iniziativa per fare il punto sulla situazione attuale e sugli sviluppi in tema di mobilità. Confidiamo anche di sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica affinché possa meglio comprendere il contesto attuale e rendere il dibattito pubblico più informato”.