Nuovi dati recuperati a Malta fanno emergere tracce della società Star Alliance Limited, compagnia maltese che controlla al 100% la società milanese Shernon Holding Srl, protagonista del fallimento di Mercatone Uno.
Dopo la sede “fantasma” di Gzira recuperata da fonti italiane (non aggiornate) e non rinvenuta fisicamente, un ulteriore approfondimento tramite l’archivio del Registro Imprese Maltese ha portato alla luce un altro indirizzo: la nuova sede di Star Alliance Limited è a Ta’ Xbiex, presso il Blue Harour Business Centre Level 1 – Yacht Marina, dove è situato un noto complesso di uffici aziendali. Il trasferimento sarebbe avvenuto all’inizio di quest’anno, tra gennaio e marzo.
Un’altra informazione rilevante riguarda la storia di questa compagnia: non è stata creata appositamente per l’operazione di acquisizione della catena di supermercati dopo il suo primo fallimento, in quanto risulta essere stata registrata il 5 dicembre 2002. Vale a dire circa sedici anni fa. Anche se non si conosce la natura della sua attività, passata e presente.
Spulciando il ridotto organico, la figura chiave dell’azienda resta l’italiano Valdero Rigoni, in qualità di direttore, rappresentante legale e proprietario insieme al socio svizzero Michael Charles Thalmann.
Risulta inoltre che tra febbraio e aprile 2019 il controllo di Shernon Holding sia passato dalle mani di Star Alliance Limited a quelle dell’azienda Maiora Invest, di proprietà sempre del duo Rigoni-Thalmann, con sede a Padova nella residenza di quest’ultimo. Malta sarebbe quindi uscita di scena con la cessione di 100% del capitale sociale pari a un milione di euro, nonostante Star Alliance sia ancora in vita, anche se inattiva.
Il trasferimento da Malta all’Italia, secondo una ricostruzione del Corriere del Veneto pubblicata lo scorso 29 maggio, è motivato in una lettera di Nicola Muner, avvocato di Rigoni, indirizzata a uno degli amministratori straordinari. In questa missiva Muner spiega che le banche italiane non aprirebbero i rubinetti del credito a Shernon Holding a causa di perplessità (o forse anche pregiudizi) nei confronti di una società di diritto maltese, in riferimento a quello che viene definito l’«ormai quasi insormontabile scoglio rappresentato dalla normativa antiriciclaggio così come interpretata dagli istituti bancari italiani».
Ora la questione resta quasi tutta italiana, con gli occhi puntati in particolare sulle responsabilità del ministero dello Sviluppo Economico: da qui, a cavallo tra la guida dell’ex ministro Carlo Calenda e dell’attuale Luigi Di Maio, sono state gestite le operazioni di cessione (con clausole di salvaguardia) della Mercatone Uno a Shernon Holding, e sempre da qui sarebbero dovuti arrivare i necessari controlli sull’operato dei nuovi acquirenti in relazione al piano di rilancio annunciato.
Ad oggi l’unico drammatico risultato sono i 90 milioni di euro di debiti accumulati da Mercatone Uno nell’ultimo anno, 67 dei quali verso fornitori, e 1.800 dipendenti rimasti da un giorno all’altro senza lavoro, e senza preavviso. Le accuse tra i due titolari del dicastero sono reciproche, come vuole la prassi, ma gli approfondimenti sul loro operato nelle varie puntate di questa vicenda, si spera, faranno chiarezza.