Un grossista locale è stato schiaffeggiato con diecimila euro di multa dopo che all’interno del suo magazzino di Zejtun sono state scoperte dozzine di carcasse di una specie protetta di squalo, rivendute poi ai clienti come pesce spada.
La vicenda risale al settembre del 2019, quando nel corso di un’ispezione al mercato ittico locale, i funzionari del Dipartimento della pesca hanno notato delle stranezze in alcuni tranci di pesce spada in vendita presso una bancarella.
Secondo quanto riportato da Times of Malta, interrogato sulla vicenda, il venditore ambulante ha dichiarato di essersi rifornito da un importatore di pesce del territorio. Nel corso di un raid ai magazzini di Pisani Fisheries, i funzionari statali hanno rinvenuto due dozzine di carcasse di squali mako a pinna corta, alle quali erano state tolte testa e pinne nel goffo tentativo di camuffare la pesca illegale, puntando alla rivendita sul mercato locale come carne di pesce spada.
Lo squalo mako pinna corta è stato dichiarato come una delle specie più vulnerabili ed in via di estinzione a causa della pesca eccessiva nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico nord-orientale. Per queste ragioni, un recente accordo tra Governi ne ha stabilito la tutela, vietandone la pesca ed il commercio internazionale.
L’ispezione dei documenti in pescheria ha anche ricostruito la tratta degli squali mako che, a quanto pare, erano stati acquistati a loro volta dalla Spagna, luogo di origine della pesca illegale.