Con un numero elevato di cacciatori ed una stagione venatoria particolarmente lunga, il tema a Malta è sempre caldo, anzi caldissimo.
Nell’arcipelago maltese le licenze nel 2019 erano ben 13.000.
Pauline Miceli, dell’Office of the Commissioner for Children che si occupa di questioni legate all’infanzia, ha denunciato alle autorità un caso assai grave che ha coinvolto un minore.
In un video diffuso da BirdLife Malta si vede un bambino, appostato vicino al padre, mentre spara con un fucile.
Nel filmato, al momento dell’arrivo della polizia, si sentono delle imprecazioni ad alta voce nei confronti degli attivisti presenti da parte di alcuni soggetti non ben identificati.
La Miceli ha chiesto al parlamento maltese delle leggi ad-hoc che colmino i tanti vuoti legislativi su questo tema: «Questo quasi incidente evidenzia una lacuna nelle nostre leggi che non proibiscono ai bambini di accompagnare gli adulti nelle battute di caccia».
BirdLife Malta ha ufficialmente scritto al governo chiedendo di vietare la presenza di minori.
Una presa di posizione che ha fatto infuriare la Federazzjoni Kaccaturi Nassaba Konservazzjonisti (FKNK), che ha inviato una lettera aperta a BirdLife Malta, ritenendo che il divieto contravviene l’articolo 2 del Protocollo alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali.
Inoltre, secondo la FKNK, lo Stato dovrebbe rispettare il diritto dei genitori di garantire educazione e insegnamenti in conformità con le proprie convinzioni religiose e filosofiche, riferendosi in questo caso all’arte venatoria.
Nella lettera l’associazione sostiene che una tale legge sarebbe ulteriormente in contraddizione con i principi chiave stabiliti nella Carta del Consiglio d’Europa sulla caccia e la biodiversità che promuove la continuità della caccia come uno degli strumenti più importanti di gestione della selvaggina.
Gli iscritti alla FKNK affermano, inoltre, che «la partecipazione dei giovani è ampiamente riconosciuta, in quanto fornisce conoscenze chiave sulla natura e una profonda comprensione della gestione della fauna selvatica e del benessere degli animali. Non è solo positiva per la salute mentale dei bambini, ma anche per il loro sviluppo fisico, in particolare in un momento in cui i giovani hanno trascorso meno tempo all’aria aperta».
Per la FKNK, infine, un divieto alla partecipazione dei minori all’attività venatoria di fatto elimina la possibilità di trasferire un patrimonio di tradizioni e di cultura alle generazioni più giovani.
L’auspicio dell’associazione è che Malta continui a far parte dei Paesi europei che rispettano i diritti dei genitori e le loro decisioni di coinvolgere i loro figli nella coltivazione delle tradizioni culturali.
In un nostro articolo di qualche settimana fa, si faceva riferimento a un sondaggio che aveva rivelato che ben il 42,4% dei maltesi sarebbe contrario alla caccia, in particolar modo i giovani, più volte citati dalla FKNK.
I favorevoli sarebbero solo il 24,4%, neutrali ed incerti rispettivamente 28,9% e 3,5%.
Fonte: indipendent.com.mt