Incinta, abusata sessualmente e costretta a prostituirsi per sbarcare il lunario. È l’inferno che avrebbe vissuto una donna, vittima del suo stesso marito, un 34enne di origine nigeriana. Il processo è iniziato martedì mattina, e vede l’uomo accusato di gravissimi reati, tra cui violenza sessuale e costrizione alla prostituzione. La prima udienza, svoltasi a porte chiuse, è servita anche per la selezione dei giurati.
L’arresto dell’imputato risale al giugno 2020, a seguito della denuncia da parte della consorte per un episodio di violenza domestica. La donna sarebbe stata svegliata nel cuore della notte per fare sesso. Al suo rifiuto, il marito l’avrebbe trascinata in bagno e picchiata, minacciandola inoltre di fare del male al figlioletto se non avesse soddisfatto le sue voglie. Le ricostruzioni delineano un quadro di abusi iniziati già nel 2013, quando la presunta vittima e l’imputato hanno iniziato a frequentarsi. La situazione sarebbe poi degenerata nel 2014 con la perdita del lavoro da parte dell’uomo, in un periodo particolarmente delicato. Contestualmente alle difficoltà economiche, la donna era infatti incinta. Da quel momento sarebbe iniziato l’incubo per la moglie, con l’uomo che riversava frustrazioni e colpe delle precarie condizioni economiche sulla compagna e sul nascituro, aggravando ulteriormente la situazione familiare.
Nonostante i tentativi della donna di distanziarsi (come non dormire nello stesso letto), nel settembre 2014 sarebbe stata violentata sessualmente al nono mese di gravidanza. In quello stesso periodo, sarebbe stata costretta a fare sesso con un 70enne, sotto pagamento di 40 euro. Malgrado ciò la coppia è arrivata al matrimonio, celebrato pochi giorni dopo la nascita del figlio, segnando l’inizio di un vortice di violenze culminate con la denuncia del 2020.
Oltre agli abusi sessuali, l’uomo avrebbe quindi costretto la moglie a vendere il proprio corpo, sfruttando economicamente questa attività. Ancora, l’avrebbe minacciata ripetutamente di morte se avesse osato disobbedire o sporgere denuncia, arrivando a chiuderla in casa assieme ai figli, senza cibo o medicinali, per i quali la donna doveva sempre chiedere i soldi al marito.
L’elenco completo dei capi d’accusa per l’imputato sono minacce alla moglie e ai figli, violenza psicologica, molestie, lesioni lievi, sequestro di persona e costrizione alla prostituzione, godendo dei guadagni che ne derivavano. L’uomo si è dichiarato non colpevole.