I due sedicenni che si dichiararono colpevoli di aggressione, lesioni gravi e lievi, insulti e minacce in relazione all’episodio di violenza che ebbe luogo a Valletta a danno di un gruppo di adolescenti, uno dei quali finì in ospedale con una gamba rotta, saranno ora posti in libertà vigilata e dovranno svolgere lavori socialmente utili.
La vicenda aveva avuto luogo lo scorso fine gennaio in Merchant Street, una delle vie centrali della capitale, dove dei ragazzini erano stati presi di mira dai due adolescenti che, senza alcun apparente motivo, li presero ripetutamente a calci e pugni mandando uno di loro in ospedale.
I teppisti si erano poi dileguati prima dell’arrivo delle forze dell’ordine che, dopo un intenso lavoro di ricerche, li individuarono grazie al supporto delle telecamere a circuito chiuso della zona. Entrambi si dichiararono inizialmente non colpevoli delle accuse mosse a loro carico, finendo in una struttura di detenzione minorile, salvo poi cambiare idea ottenendo la libertà su cauzione.
In virtù della loro giovane età e della fedina penale pulita, i due furono infatti ritenuti dal giudice dei candidati “idonei” per essere riformati e reintegrati nella società in conformità con il Restorative Justice Act, senza dover passare dal carcere.
L’episodio fece parecchio scalpore tra l’opinione pubblica, spingendo il primo ministro Robert Abela a chiedere condanne più severe per gli autori di crimini del genere, dichiarando inoltre che, se fino a poco tempo fa si sentiva “tranquillo” a lasciare che sua figlia di 10 anni passeggiasse per Valletta, dopo l’accaduto, non si sentiva più così tanto “a suo agio”.
Ora, secondo i resoconti dei media locali, in virtù di quanto emerso nelle udienze precedenti, la corte ha deciso di porre entrambi i sedicenni in libertà vigilata per tre anni, periodo durante il quale dovranno inoltre svolgere almeno 60 ore di lavori socialmente utili.