Il fenicottero è un uccello migratorio la cui specie non è a rischio di estinzione, pertanto l’impatto dell’uccisione di alcuni esemplari sull’equilibrio ecologico dell’area è basso: con questa premessa, nella giornata di lunedì 27 marzo, il giudice Neville Camilleri ha ridotto in appello la pena inflitta a Miguel Zammit, cacciatore 24enne di Gzira, che lo scorso anno era stato condannato ad un anno di reclusione per aver abbattuto quattro fenicotteri nell’area di Fra Ben, a Qawra Point, nell’ottobre del 2021.
La corte ha confermato l’effettiva colpevolezza di Zammit, rigettando le obiezioni che il giovane aveva avanzato tentando di dire che era stato un errore, scaricando la colpa sulle altre persone presenti nella zona. In compenso, però, ha ridotto la condanna ad un anno di reclusione, sospesa per due anni, proprio in virtù delle osservazioni riportate in apertura. Invariato, invece, il divieto a vita della licenza di caccia.
La vicenda aveva indignato il grande pubblico e gli attivisti, spingendo il Ministero dell’Ambiente a dichiarare Qawra Point riserva naturale, off limits per la caccia e la cattura di qualsiasi animale presente, con l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità dell’area, messa a serio rischio dall’essere umano.
Reagendo alla sentenza della Corte d’Appello Penale, la Ong BirdLife ha descritto il ragionamento compiuto dal giudice come qualcosa di “sconcertante” e “senza logica”.
«Una specie protetta è protetta a prescindere dal suo status, e il fatto che non sia a rischio di estinzione non significa che la sua protezione o le conseguenze della sua uccisione illegale debbano essere minori» ha affermato Mark Sultana, direttore generale dell’organizzazione, aggiungendo «È come dire che rubare a una persona ricca comporta una pena minore rispetto a chi ruba a una persona povera».