I cruenti filmati sull’omicidio di Mahmoud Adly del 24 luglio scorso costeranno a TVM 3.610 euro. A deciderlo è stata la Broadcasting Authority, dopo aver aperto un fascicolo e visionato i video trasmessi dall’emittente televisiva, in cui vengono ripresi gli inutili tentativi dei medici di rianimare il cittadino di origini egiziane, esanime a terra dopo essere stato accoltellato in Triq Patri Feliċjan Bilocca a Marsa.
Nello specifico TVM avrebbe violato i regolamenti sulle immagini forti, riprendendo inoltre la vittima da vicino rendendola riconoscibile, nonostante le autorità non ne avessero ancora divulgato l’identità.
In ogni caso le attuali norme vietano la diffusione di primi piani di persone ferite o decedute, aspetto sul quale la tv pubblica in questo caso ha deciso di soprassedere, andando incontro a molte critiche soprattutto per mezzo social network, altro canale mediatico in cui è stato caricato il video incriminato.
Non solo: sia TVM che TVMNews+ non avrebbero segnalato in alcun modo la presenza di immagini forti prima della trasmissione, cosa tra l’altro avvenuta in fascia protetta, compresa tra le 7 e le 20. Il video infatti sarebbe stato diffuso per la prima volta nel corso del notiziario delle 20 del 24 luglio, oltre ad essere stato caricato online nel contenuto dell’articolo relativo alla vicenda, quindi accessibile a chiunque abbia una connessione internet in qualsiasi momento della giornata.
L’indagine dell’Autorità si è conclusa il 26 luglio, con la sanzione a Public Broadcasting Service. La stessa tv di Stato nella giornata del 3 agosto ha ammesso le proprie responsabilità su quanto avvenuto, annunciando inoltre che prenderà provvedimenti per fare in modo che non si ripetano più situazioni simili.
Non è la prima volta che la tv pubblica finisce al centro di polemiche di varia natura. Tra questi, il taglio (nel vero senso della parola) dato alla cronaca sulla visita di Papa Francesco a Malta ad aprile, con l’emittente che ha deciso di omettere alcuni passaggi del discorso del pontefice, nei quali veniva fatto riferimento all’accoglienza dei migranti e alla necessità di combattere la corruzione nel Paese. L’ultima sanzione invece risale al mese scorso, quando il tribunale ha giudicato colpevole l’emittente PBS, per non essere stata imparziale nel periodo delle ultime elezioni.