Sconterà trent’anni in carcere Ali Mahy Ezzo Saeed, il ventinovenne sudanese che il 24 luglio 2022 a Marsa accoltellò per strada in pieno giorno il 21enne egiziano Mahmoud Adly Qasim Gouda causandogli uno shock cardiaco che non gli diede scampo, e rendendosi protagonista di quello che la corte ha descritto come «un atto barbarico senza limiti».
Saeed, che fino ad oggi si era dichiarato innocente delle accuse di omicidio, come raccontano i testimoni, avrebbe «brutalmente» trafitto Gouda con oltre dieci fendenti inferti tra schiena e petto, uno dei quali raggiunse il cuore facendo soccombere il giovane in una pozza di sangue e rendendo inutile l’intervento dei soccorsi.
Sebbene un testimone abbia riferito alla corte che la vittima avesse probabilmente bevuto dell’alcool prima della colluttazione, tutt’oggi rimane ancora sconosciuto il reale movente che innescò la rissa tra i due.
Come riportato da Times of Malta, l’efferatezza del crimine e la disperazione della giovane vittima che gridava in cerca di aiuto è stata raccontata a più riprese dai testimoni che hanno descritto come l’aggressore non fosse mai stato in pericolo e «Dopo averlo pugnalato lo ha inseguito per colpirlo nuovamente», spiegando come proprio l’intervento di alcuni dei presenti abbia permesso di assicurare l’omicida alla giustizia.
In particolare, a frenare Saeed ormai in fuga, ci avrebbe pensato l’ex soldato sierraleonese Sesai Abdulla che, dopo aver contattato la polizia di Hamrun a seguito dell’indisponibilità della centrale di Marsa, avrebbe provato a far ragionare il sudanese chiedendogli di non scappare, trovando però la reazione aggressiva del ventinovenne che gli si è scagliato contro agitando il coltello, dal quale è riuscito a sfuggire solo grazie al suo addestramento militare.
Pertanto al killer non restava altro che cimentarsi in una nuova e improbabile fuga, interrotta poi dallo stesso Abdulla e da altri presenti che lo hanno bloccato mentre tentava di arrampicarsi su una recinzione, riuscendo così a ottenere la resa dell’imputato che, sentendosi braccato, ripose il coltello prima dell’intervento delle autorità. «Una sensazione terribile. Come puoi uccidere un tuo “fratello”, anche se di razza diversa?», avrebbe commentato proprio l’ex soldato secondo quanto raccolto da Times of Malta.
Sebbene Ali Mahy Ezzo Saeed abbia rivisto la propria dichiarazione di innocenza confessando di essere l’autore del delitto e quindi mostrando collaborazione verso la corte, il magistrato ha tenuto conto dell’efferatezza dell’omicidio e della serie di reati di cui si era macchiato da quando era arrivato a Malta, decretando pertanto una una pena detentiva di 30 anni, alla quale andrà sottratto il tempo trascorso in custodia cautelare, nonché la confisca di tutti i beni, una multa del valore di 116,47 euro e l’obbligo di coprire le spese procedurali.