Si fa sempre più complicato lo “scandalo patenti” che vede coinvolti tre funzionari di Transport Malta (TM), accusati di corruzione, frode ed appropriazione indebita al fine di aver favorito alcuni candidati all’esame per il conseguimento della patente.
Comparsi in tribunale nella giornata di giovedì, in occasione di una nuova udienza per la raccolta delle prove, il direttore del dipartimento trasporti terrestri di TM, Clint Mansueto, Philip Edrick Zammit e Raul Antonio Pace si sono dichiarati non colpevoli delle accuse a loro carico.
Tutto sarebbe nato da un’indagine partita nel 2020, dopo che la polizia aveva ricevuto delle segnalazioni da parte di un interprete, incaricato ai tempi di assistere i candidati stranieri agli esami per il superamento dei test di guida. Il suo lavoro, infatti, non si sarebbe “limitato” a tradurre le domande, bensì a suggerire le risposte corrette ad alcuni di loro, segnalati da Mansueto.
Durante la precedente seduta, in aula era emerso come lo stesso direttore del dipartimento trasporti terrestri di TM sarebbe stato soggetto a “pressioni dai ministeri” per far superare il test ad alcune persone coinvolte nei “lavori di una proprietà appartenente ad un ministro maltese”.
Tuttavia, nel corso dell’udienza di giovedì, i dati raccolti non sembrano essere stati in grado di rivelare la tanto attesa lista dei nomi delle persone che avrebbero tirato i “fili delle marionette” presso l’azienda di trasporti maltese.
In tribunale, l’ispettore di polizia impegnato sul caso avrebbe infatti rivelato che gli inquirenti sono ancora alle prese con l’analisi delle numerose chat intercorse nel corso del tempo tra funzionari e persone di diversa estrazione sociale, smistando i messaggi tra comunicazioni “ordinarie” e quelle invece sospette.
Tra queste ultime sarebbero emersi degli scambi tra Clint Mansueto ed una donna che chiedeva una “spinta” per il nipote, oltre a quelli con degli esponenti di un “determinato partito politico”. Ad esercitare pressioni, secondo quanto riferisce Malta Today, sembra esserci stato anche un giornalista di un’emittente politica locale e, più in generale, le richieste sarebbero pervenute inoltre anche da “diversi ministeri”.
Ad ogni modo, ciò che sembra essere emerso dalle conversazioni-fiume riportate letteralmente dai media locali ed intercorse in aula tra magistrati, avvocati, testimoni ed imputati, è che nessuna delle persone attualmente identificate come soggetti che avrebbero presumibilmente chiesto dei favori ai funzionari di Transport Malta, o altre che avrebbero fatto parte del meccanismo di “spintarelle”, sia stata ancora interrogata dalla polizia. Stessa sorte anche per l’interprete, dal quale era partita l’indagine ormai due anni fa. Sembrerebbe infatti che l’uomo non risieda neanche più a Malta.
Il caso dovrebbe essere ridiscusso in tribunale il prossimo 27 settembre, sperando che emergano delle prove utili a perseguire i trasgressori.
(photo credits: transport.gov)
still evidence? but here in Malta they never condemn you .. even if they catch you in the act qhhahaha