Dai reparti di psichiatria a quelli carcerari del Mount Carmel e viceversa. Così potrebbe essere riassunto il burrascoso percorso più o meno dell’ultimo anno e mezzo di vita di Abner Aquilina, il giovane accusato di aver violentato, seviziato e brutalmente assassinato la 29enne Paulina Dembska agli Independence Gardens di Sliema nel gennaio del 2022.
Difatti, come riportano i media locali, il tribunale ha annullato la decisione che era stata presa dalle autorità carcerarie nei confronti dell’imputato, rispedendolo di nuovo dall’unità forense a quella psichiatrica, sempre a causa del suo precario stato di salute mentale. O almeno questo è ciò che cercano di dimostrare i legali difensori, che punterebbero verso la direzione dell’infermità mentale.
In tribunale, sono emersi ulteriori dettagli in merito ad una perquisizione avvenuta lo scorso febbraio nella cella che l’imputato condivideva con un altro detenuto al Mount Carmel, durante la quale Aquilina avrebbe dato nuovamente in escandescenza minacciando e sfidando gli agenti con un ghigno definito “inquietante”, mostrando loro il dito medio, proclamandosi “l’anticristo”, e dichiarando di non aver paura di loro e di non temere il carcere.
La stessa ispezione ha portato al ritrovamento di un indumento dello stesso giovane esibito in aula mercoledì, una sorta di gilet sopra il quale era stata disegnata una macabra scena dello stupro a danno della povera Dembska.
L’operazione è avvenuta a seguito delle numerose lamentele sollevate dagli altri detenuti del reparto che avevano dichiarato come Aquilina fosse solito “vantarsi” delle modalità con le quali aveva strangolato, violentato e ucciso la giovane donna polacca.
Abner Aquilina era finito in manette il 2 gennaio dello scorso anno, dopo aver creato tafferugli nella chiesa di Balluta Bay. Poco prima, la polizia aveva rinvenuto il corpo martoriato di Paulina Dembska che giaceva senza vita nei giardini situati ad una manciata di centinaia di metri dal luogo dell’arresto. Da lì è iniziato il processo e la successiva fase di raccolta prove a carico dell’imputato, unico sospettato dell’omicidio del quale continua a dichiararsi non colpevole, nonostante durante le numerose sedute in tribunale siano emersi più volte elementi e dettagli che lasciano ben poco spazio ai dubbi.
Al termine dell’udienza di mercoledì, il tribunale ha accolto la richiesta della difesa “preoccupata” per la salute mentale dell’assistito nell’Unità forense gestita dalle autorità carcerarie e ha ordinato il ritorno di Aquilina al reparto psichiatrico del Mount Carmel, rispettando il decreto originario e ribaltando quanto deciso negli scorsi mesi. Il caso tornerà in aula ad ottobre.
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