«Ho accoltellato mio cognato perché una voce nella mia testa mi ha detto di farlo». Si è giustificato così lunedì in aula Robert Frendo, il 63enne accusato di aver trafitto con 13 fendenti il fratello di sua moglie, cogliendolo nel sonno.
I fatti risalgono al 20 febbraio, quando un’ambulanza e la polizia risposero a una richiesta di soccorso in Triq Lampuka, a Paola. La presunta vittima risponde al nome di Joseph Seychell, residente nella stessa casa del suo aggressore, fratello di sua moglie. Secondo la ricostruzione fornita in tribunale, l’uomo si sarebbe svegliato con un forte dolore al cuore, trovandosi davanti Frendo intento ad accoltellarlo.
Stando alla testimonianza dell’ispettore di polizia che segue le indagini, l’imputato sarebbe stato ubriaco al momento di compiere il gesto e, alla domanda del cognato sul perché lo stesse facendo, avrebbe risposto con queste parole: «Prima uccido te, poi ammazzo anche tua moglie» riferendosi alla sua stessa sorella.
Frendo e Seychell non sono volti nuovi alla polizia. Secondo quanto riportato da Times of Malta, le forze dell’ordine avrebbero già ricevuto alcune segnalazioni non specificate sui due uomini. Tuttavia, tra di loro non ci sarebbero però mai stati problemi, come affermato dalla presunta vittima e dalla sorella dell’imputato. Quest’ultima ha inoltre riferito agli agenti che Frendo soffriva di schizofrenia e aveva dei problemi con l’alcol.
A fronte delle testimonianze raccolte in tribunale oltre a delle grandi quantità di sangue trovate sul divano dove dormiva Frendo al momento della presunta aggressione e in altre parti della casa, per il magistrato ci sono elementi sufficienti per proseguire con il processo, che verrà aggiornato il prossimo mese.