È stato condannato in appello il prete di Mosta che sui social disse che «l’essere gay o bisessuale sarebbe stato peggio che essere posseduti dal diavolo».
David Muscat era finito in tribunale dopo essere stato accusato di incitamento all’odio per i commenti espressi attraverso dei post su Facebook rivolti ad Abner Aquilina, il giovane sospettato di aver brutalmente ucciso e violentato la 29enne Paulina Dembska nel gennaio del 2022.
Nella seduta di questa mattina, il giudice ha scelto di annullare la precedente sentenza di assoluzione, condannando Muscat a sei mesi di prigione, con una pena sospesa per due anni.
Nel gennaio del 2022 il tribunale di primo grado aveva infatti respinto le accuse contro le parole shock proferite dal prete nei confronti della sessualità di Abner Aquilina, valutando la vicenda secondo un contesto più ampio tale per cui Muscat non aveva intenzione di istigare odio o violenza, ma “semplicemente” esprimere una opinione.
Una sentenza a cui fece appello il procuratore generale e che è stata ora ribaltata dal giudice, il quale ha ritenuto offensive le parole utilizzate dal prelato, condannandolo ad una pena di sei mesi di carcere sospesa per due anni.
Questa è censura di un libero pensiero! Posso solo osservare con la saggezza dei mie tre quarti di secolo il cambiamento dei costumi: quando sono nato era proibito essere gay, dopo è stato tollerato ma solo di nascosto, poi è stato accettato e reso pubblico. Oggi è un orgoglio. Spero di morire prima che diventi obbligatorio!