Si fingeva un ricco ereditiere con un patrimonio di oltre 57 milioni di euro per derubare dei propri risparmi persone bisognose nei momenti di maggior fragilità, Noel Bonello, 44enne residente di Zabbar, che ha ottenuto la libertà su cauzione dopo aver confessato di essere l’autore della frode ordita ai danni di due coppie di vittime.
Le menzogne di Bonello si sarebbero presentate, insieme ad un agente immobiliare, davanti alla porta dei primi malcapitati che da poco avevano messo in vendita il proprio attico.
Secondo le ricostruzioni il truffatore, una volta scoperto che i coniugi avevano deciso di vendere l’immobile per sostenere le cure mediche del figlio malato in Germania, avrebbe convinto la coppia a togliere dal mercato la dimora offrendosi per aiutarli con le spese attingendo dalla propria eredità in cambio di 1.000 euro, ovvero la somma utile per sbloccare l’operazione con gli istituti bancari, facendo sparire le proprie tracce una volta incassato il denaro.
Non sarebbero le uniche vittime del finto rampollo che avrebbe catturato nella propria tela una famiglia di imprenditori presentando la stessa falsa promessa di denaro per rilanciare i loro affari chiedendo, questa volta, una cifra ulteriormente superiore e riconducibile a 3.500 euro.
Attualmente non si conosce il numero delle persone che potrebbero essere cadute nei raggiri di Noel Bonello che, grazie alle denunce depositate dalle due coppie di vittime di cui abbiamo appena letto le storie, è stato portato in tribunale con l’accusa di appropriazione indebita, frode e uso improprio di apparecchiature elettroniche.
Contro di lui, la corte ha impugnato alcuni documenti firmati dal 44enne riportanti nero su bianco il suo impegno a corrispondere cifre a sei zeri ai malcapitati, nonché alcune chat sui social media dove parlava con le sue “prede”.
Secondo quanto ricostruito da Malta Today, dopo la dichiarazione di colpevolezza dell’imputato, la difesa ha chiesto e ottenuto una mediazione penale con le vittime richiedendo, inoltre, una supervisione durante la cauzione («è gravemente malato nonostante abbia collaborato pienamente») lasciando trasparire come l’imputato abbia dei problemi di salute che necessitano di essere affrontati poichè si ritengono siano alla base di tutti i suoi problemi.
Rinviando il caso a dicembre, il tribunale ha accolto la richiesta di libertà su cauzione del valore di 300 euro, una cifra inferiore rispetto ai 500 euro inizialmente decretati dalla corte ma che Bonello ha riferito di non potersi permettere, in aggiunta all’obbligo di firma tre volte a settimana e di rispettare il coprifuoco dalle ore 21 alle 6.