È comparso in tribunale, nella giornata di lunedì 10 ottobre, anche il terzo ed ultimo poliziotto sospeso dal servizio lo scorso sabato, dopo la denuncia sporta da altri agenti delle forze dell’ordine in merito al presunto eccessivo uso della violenza a danno di alcuni cittadini stranieri.
Come per Rica Mifsud Grech, 22 anni, di Floriana, e Jurgen Falzon, 24 anni, di Santa Venera, finiti a processo nella giornata di domenica, anche Luca Brincat, 20enne residente a Qormi, dovrà difendersi da accuse gravissime: sequestro di persona, abuso di potere, arresto illegale, tentate lesioni personali, sia lievi che gravi, ed aggressione aggravata dall’odio razziale.
Secondo le testimonianze riportate in tribunale, sembrerebbe che, almeno in un paio di occasioni, i tre sarebbero usciti di pattuglia alla ricerca di cittadini stranieri, per poi sequestrarli caricandoli in auto, riempirli di botte ed abbandonarli in un’area appartata a Qormi.
Alcune delle vittime sarebbero anche svenute durante i pestaggi, ma nessuna ha mai sporto denuncia. Due di loro pare che siano già state rintracciate, grazie anche al supporto di alcuni video che avrebbero ripreso le scene, mentre rimane tuttora ignota l’identità di una terza persona, che sembra essere stata immortalata sotto la minaccia di un coltello da parte dell’imputato.
Per Brincat, che in aula si è dichiarato non colpevole delle accuse mosse a suo carico, si aprono ora le porte del carcere, stessa sorte toccata domenica ai giovani colleghi Mifsud Grech e Falzon, in attesa che in tribunale compaiano a testimoniare le presunte vittime.
Sulla vicenda è intervenuto in seconda battuta anche il ministro degli Interni, Byron Camilleri, che in Parlamento ha definito “inaccettabile”, “irritante” ed “umanamente disgustosa” l’idea che alcuni agenti di polizia possano aver sequestrato e picchiato dei cittadini stranieri. Un comportamento che, qualora dovesse essere confermato in tribunale, rischierebbe di mettere a repentaglio la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti degli oltre 5.000 ufficiali impiegati nelle forze dell’ordine, la maggior parte dei quali – ha sottolineato il ministro – lavora diligentemente e non si sognerebbe mai di mettere in atto le “pratiche” che sarebbero avvenute.