Si allarga l’inchiesta sul racket dei falsi certificati d’invalidità che vede tra i principali sospettati l’ex deputato laburista e medico Silvio Grixti, il cui computer (oltre agli ambulatori dove lavora e un cellulare) è stato analizzato a fondo dalla polizia nell’ambito delle indagini. E quel che ne è uscito è molto simile all’apertura del vaso di Pandora, stando a quanto emerso nell’udienza in Tribunale di venerdì.
Le prove contro Grixti e le altre persone coinvolte nella frode
Sul Pc di Grixti, gli inquirenti hanno trovato numerosi modelli di carta intestata recante i nomi di altri professionisti del settore medico, che potrebbero essere stati falsificati proprio per alimentare la truffa. Stando a quanto affermato dall’ormai ex ispettore dei crimini economici Anthony Scerri, alcuni di questi documenti erano firmati non da medici, ma da avvocati che anteponevano il titolo di “dottore” davanti al proprio nome, come consentito nei termini di legge e nei limiti della professione d’appartenenza. Altri fogli erano invece contrassegnati dalle firme di medici operanti all’estero, in un calderone inizialmente poco chiaro per le autorità.
Un’altra stranezza risiedeva nella presenza di documenti riconducibili a Transport Malta. Dopo accurate indagini le forze dell’ordine sono però riuscite a sbrogliare almeno in parte la matassa: i fogli facevano riferimento ai conducenti di mezzi ai quali è stata ritirata la patente a causa di gravi disabilità. Pratiche ovviamente false, necessarie per avviare gli iter per chiedere i benefici derivati dalle invalidità, anch’esse inventate. In totale, sul computer di Grixti sono stati rilevati 428 file utili alle indagini.
I primi sospetti e la testimonianza che inguaia Grixti
Tutto è nato nel 2021 da una segnalazione da parte di Joyce Cassar, segretario permanente dell’Ufficio del Primo ministro, che si sarebbe imbattuto in tre certificati falsi di richiesta di invalidità, tutti presentati dalla stessa persona e recanti la firma del dottor Peter Muscat, a beneficio di un certo Frank Farrugia. Ascoltato in aula venerdì, il dottor Farrugia ha confermato la sua tesi (già esposta nel corso delle primissime indagini) circa il coinvolgimento di Grixti, indicandolo come la “mente” del sistema fraudolento. Sostanzialmente, l’ex deputato gli avrebbe fornito certificati per malattie inesistenti tra settembre 2020 e marzo 2021, con l’obiettivo di richiedere successivamente l’invalidità con un documento firmato dal già citato dottor Muscat, che in realtà non aveva mai visitato Farrugia. Il medico ha declinato ogni responsabilità, affermando di essere completamente estraneo ai fatti.
I numeri della truffa e gli altri imputati
Stando a quanto ricostruito, il “metodo Grixti” andava avanti dal lontano 2016 e avrebbe causato un danno enorme alle casse del governo, stimato in circa 6,2 milioni di euro. Al momento sono ben 321 i beneficiari finiti sotto inchiesta e che si sono visti congelare le indennità. In totale, gli indagati al momento sono almeno 160, molti dei quali vicini al partito Laburista.
Oltre Silvio Grixti, il caso vede imputate altre quattro persone: Roger Agius (45 anni), Dustin Caruana (36 anni), Luke Saliba (33 anni) ed Emmanuel Spagnol (69 anni). Per tutti le accuse sono di riciclaggio di denaro, frode, criminalità organizzata e falsificazione di documenti. Spagnol e Caruana sono inoltre accusati di aver violato le condizioni della cauzione. Tutti gli imputati si sono dichiarati non colpevoli.
Qualche settimana fa Agius aveva chiesto che gli venisse concesso lo status di informatore, promettendo di rivelare tutto ciò di cui è a conoscenza sul racket delle false invalidità. Al momento, il Tribunale non ha ancora comunicato una decisione in tal senso.