Lo “scandalo patenti” che vede coinvolti tre funzionari di Transport Malta si arricchisce di nuovi sconcertanti dettagli. Nella giornata di martedì è infatti stato chiamato a testimoniare Roderick Cavallo, uno degli esaminatori, che avrebbe dipinto un quadro tutt’altro che edificante sulle politiche interne all’ente governativo.
Secondo Cavallo, quella di facilitare il rilascio della patente a determinate persone sarebbe stata una pratica comune, sostenuta dal direttore del Dipartimento trasporti terrestri Clint Mansueto, attualmente sotto accusa insieme a Philip Edrick Zammit e Raul Antonio Pace.
Il testimone ha affermato di aver ricevuto pressioni e “indicazioni speciali” già da quando era addetto alla gestione dei test di teoria delle patenti. All’epoca, in caso di errori avrebbe dato una seconda possibilità ai candidati segnalati da Mansueto, consigliando loro di valutare bene la risposta segnata nel test.
Il peggio però, secondo la stampa locale, sembrerebbe essere arrivato quando Cavallo fu chiamato a gestire le prove pratiche di guida di motociclette e autobus. Per questi ultimi, il testimone afferma che gli sarebbe stato più volte indicato di far passare l’esame pratico ad alcuni “speciali” candidati segnalati da Mansueto, a meno che l’autobus non fosse “tornato imbrattato di sangue”. Se si fosse rifiutato di farlo, ne avrebbe dovuto “rispondere al ministro”. A quale ministro Mansueto facesse riferimento, al momento rimane ancora un mistero.
Roderick Cavallo riceveva le istruzioni direttamente a voce o tramite “pizzini”, in caso il direttore non fosse presente nel giorno degli esami da facilitare. «A volte trovavo un bigliettino sopra ai documenti dei candidati, con scritto, ad esempio, 10:30. Sapevo quindi che dovevo facilitare la prova del candidato che aveva l’esame a quell’ora» ha spiegato in aula il testimone.
Non solo: sempre secondo Cavallo, il direttore Mansueto gli avrebbe più volte specificato come un candidato fosse “del Ministero/del Ministro”, come a indicarne una carica governativa o raccomandato da qualcuno.
Clint Mansueto, 40 anni, e i funzionari di Transport Malta Raul Antonio Pace, 35 anni, e Philip Edrick Zammit, 23 anni, sono accusati di un presunto racket in cui esponenti all’interno di ministeri e privati cercavano aiuto per determinati candidati all’esame di guida. Si sono dichiarati non colpevoli.
Ma come si facilitava un esame pratico su un autobus? Semplice: scegliendo percorsi poco complessi e magari nelle ore meno trafficate della giornata, in modo da dare ai novelli autisti meno difficoltà possibile.
Questa pratica sarebbe stata utilizzata da Mansueto anche con altri esaminatori. Questo fino a una sorta di ribellione interna, descritta sempre da Cavallo: «A un certo punto io e altri esaminatori abbiamo deciso di prendere posizione e opporci a queste cose, coinvolgendo anche il sindacato. Poco dopo sono arrivati nuovi esaminatori, e per noi le richieste sono cessate. Da quel momento, siamo stati messi da parte».
Successivamente Mansueto avrebbe tentato di penalizzare la carriera del testimone e dei suoi colleghi modificando i requisiti di lavoro per ottenere promozioni, in modo da poterle negare proprio agli esaminatori “ribelli”. I fatti raccontati in aula risalirebbero a circa 3 anni fa.
Secondo Cavallo, le indicazioni sarebbero arrivate sempre e solo da Clint Mansueto, nonostante le accuse di corruzione, frode e appropriazione indebita siano a carico anche di altre due persone.
Al termine dell’udienza, il magistrato di turno ha stabilito che le prove raccolte fossero sufficienti per processare i tre imputati, fissando la prossima udienza a novembre.
Nella giornata di lunedì un’altra testimonianza aveva già complicato la posizione degli imputati. Come spiegano i media maltesi, Maria Assunta Camilleri avrebbe infatti affermato di aver pagato Mansueto per agevolare il conseguimento della patente al nipote, cosa che le è costata un’accusa di corruzione di pubblico ufficiale e commercio di influenza. La donna però si dichiara non colpevole, e afferma di aver dato 50 euro al funzionario di TM “ogni volta che chattavano” in segno di gratitudine, e non sotto richiesta esplicita dell’accusato.